Perché sono venuto qui, in mezzo a voi, oggi, giorno in cui iniziamo a celebrare la Solennità dell’Epifania? Prima di tutto per dire grazie. Grazie a voi bambini che mi avete accolto: voglio dirvi che vi voglio bene e che vi sono vicino con la mia preghiera e il mio affetto, anche per darvi forza nell’affrontare la malattia: è iniziato con queste parole il discorso rivolto da Papa Benedetto XVI ai bambini ricoverati al Policlinico Gemelli di Roma, dove si è recato in visita questa sera per benedire un Centro per la cura dei bimbi con spina bifida. Il Papa si è rivolto anche ai genitori, parenti e personale del Policlinico sottolineando che con competenza e carità si prendono cura della sofferenza umana; in particolare vorrei ringraziare l’équipe di questo reparto di Pediatria e del Centro per la cura dei bambini con spina bifida. Benedico le persone, l’impegno e questi ambienti in cui si esercita in modo concreto l’amore verso i più piccoli e i più bisognosi. Benedetto XVI ha poi affermato di aver voluto venire a trovarvi anche per fare un po’ come i Magi, che celebriamo in questa Festa dell’Epifania: essi portarono a Gesù dei doni – oro, incenso e mirra – per manifestargli adorazione e affetto. Oggi vi ho portato anch’io qualche regalo, proprio perché sentiate, attraverso un piccolo segno, la simpatia, la vicinanza, l’affetto del Papa. Proseguendo nel suo discorso, davanti a una cinquantina di bambini ricoverati al Policlinico Gemelli di Roma, Benedetto XVI ha portato l’attenzione sul significato della festa dell’Epifania. Vorrei che tutti, adulti e bambini, in questo tempo di Natale, ricordassimo che il più grande regalo l’ha fatto Dio a ciascuno di noi ha detto -. Guardiamo nella grotta di Betlemme, nel presepe, chi vediamo? Chi incontriamo? C’è Maria, c’è Giuseppe, ma soprattutto c’è un bambino, piccolo, bisognoso di attenzione, di cure, di amore: quel bambino è Gesù, quel bambino è Dio stesso che ha voluto venire sulla terra per mostrarci quanto ci vuole bene, è Dio che si è fatto come voi bambino per dirvi che vi è sempre accanto e per dire a ciascuno di noi che ogni bambino porta il suo volto. Quindi, ha voluto rivolgere un saluto a tutto il personale e a tutti i degenti dell’ospedale romano gestito dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove ha anche sede una facoltà di medicina. Il Papa ha poi concluso affermando: Incoraggio le diverse iniziative di bene e di volontariato, come pure le istituzioni che qualificano l’impegno al servizio della vita, penso in particolare, in questa circostanza, all’Istituto Scientifico Internazionale Paolo VI’, finalizzato a promuovere la procreazione responsabile.Sir