Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: IN VISITA AD LIMINA VESCOVI DELL’ASIA CENTRALE

“Ringraziamo il Signore che, nonostante le dure pressioni esercitate durante gli anni del regime ateo e comunista, grazie all’abnegazione di zelanti sacerdoti, religiosi e laici, la fiamma della fede è rimasta accesa nel cuore dei credenti. Le comunità possono essere ridotte a un ‘piccolo gregge’. Non bisogna scoraggiarsi, cari Fratelli!”: lo ha detto oggi il Papa in Vaticano ricevendo in udienza un gruppo di vescovi della Conferenza episcopale dell’Asia Centrale. Tra loro i rappresentanti dei fedeli greco-cattolici del Kazakhstan, delle comunità cattoliche del Kyrgyzstan, dell’Uzbekistan, della “Missio sui iuris” in Turkmenistan. In tali regioni sono impegnate, tra le altre, le comunità religiose di Francescani, Gesuiti, Francescani Conventuali, religiosi dell’Istituto del Verbo Encarnado e Oblati di Maria Immacolata. Dopo aver esortato a “educare tutti all’ascolto della Parola di Dio, suscitando specialmente nei giovani l’amore verso l’Eucarestia”, Benedetto XVI ha sottolineato l’importanza di coinvolgere sacerdoti, religiosi e laici nelle varie iniziative pastorali. Ha poi esortato i presuli a sostenere i collaboratori “nei momenti di difficoltà, invitandoli ad essere sempre più fiduciosi nella Provvidenza divina che non ci abbandona mai, soprattutto nell’ora della prova”. Il Papa ha quindi parlato delle “sfide che l’odierna società globalizzata pone all’annuncio e alla coerente pratica della vita cristiana”, ricordando come “si registrano quasi dappertutto nel mondo fenomeni preoccupanti, che pongono in serio pericolo la sicurezza e la pace. Mi riferisco, in particolare, – ha detto ai vescovi dell’Asia Centrale – alla piaga della violenza e del terrorismo, al diffondersi dell’estremismo e del fondamentalismo. Occorre, certo, contrastare tali flagelli con interventi legislativi. Mai però la forza del diritto può trasformarsi essa stessa in iniquità; né può essere limitato il libero esercizio delle religioni, poiché professare la propria fede liberamente è uno dei diritti umani fondamentali e universalmente riconosciuti”. A questo proposito ha precisato che “la Chiesa non impone, ma propone liberamente la fede cattolica, ben sapendo che la conversione è il frutto misterioso dell’azione dello Spirito Santo. La fede è dono ed opera di Dio. Proprio per questo è proibita ogni forma di proselitismo che costringa o induca e attiri qualcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la fede”. Una vita spirituale libera da condizionamenti, secondo Benedetto XVI “va a vantaggio non solo dell’individuo, bensì dell’intera società, poiché la fedele osservanza dei precetti divini aiuta a costruire una convivenza più giusta e solidale”.Sir