Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN USA, ALL’UNIVERSITÀ CATTOLICA: «SERVIZIO EFFICACE ALLA SOCIETÀ»

“Il compito educativo è parte integrante della missione della Chiesa di proclamare la Buona novella”, e “le istituzioni educative cattoliche”, oltre ad “offrire un vitale contributo” a questa missione, “servono efficacemente la società”. Così Benedetto XVI, nel discorso rivolto ieri sera al mondo universitario cattolico durante l’incontro presso la Catholic University of America di Washington. Rammentando che “la storia di questa nazione offre numerosi esempi dell’impegno della Chiesa a questo riguardo” perché “la comunità cattolica” ha fatto “dell’educazione una delle sue più importanti priorità”, il Papa ha sottolineato l’importanza di “farsi carico delle necessità materiali, intellettuali e spirituali di oltre tre milioni di ragazzi e studenti”, di contribuire al sostegno finanziario di queste istituzioni, e di far sì che “siano accessibili a persone di ogni strato sociale ed economico”. Oggi, ha proseguito Benedetto XVI, “osserviamo con ansia che la nozione di libertà viene distorta”, eppure “la libertà non è facoltà di disimpegno da; è facoltà di impegno per – una partecipazione all’Essere stesso. Di conseguenza, l’autentica libertà non può mai essere raggiunta nell’allontanamento da Dio”.

“Solo nella fede – ha spiegato Benedetto XVI – la verità può farsi incarnata e la ragione veramente umana, capace di dirigere la volontà lungo il sentiero della libertà”. In questo modo “le nostre istituzioni offrono un vitale contributo alla missione della Chiesa e servono efficacemente la società. Esse diventano luoghi in cui l’attiva presenza di Dio negli affari umani è riconosciuta e ogni giovane” scopre “la gioia di entrare nell’essere per gli altri di Cristo”. Per questo, secondo il Papa, “la missione, primaria nella Chiesa, di evangelizzare, nella quale le istituzioni educative giocano un ruolo cruciale, è in consonanza con l’aspirazione fondamentale della nazione di sviluppare una società veramente degna della dignità della persona umana”. Tuttavia, poiché a volte “il valore del contributo della Chiesa al forum pubblico è posto in questione”, è “importante ricordare che la verità della fede e quella della ragione non si contraddicono mai tra loro” e che, “nell’esprimere la verità rivelata”, la Chiesa “serve tutti i membri della società purificando la ragione”, e “getta luce sulla fondazione della moralità e dell’etica umana” ricordando che “non è la prassi a creare la verità ma è la verità che deve servire come base della prassi”.

“Lungi dal minacciare la tolleranza della legittima diversità – ha detto ancora il Pontefice alla Catholic University of America -, un simile contributo illumina la verità stessa che rende raggiungibile il consenso, ed aiuta a mantenere ragionevole, onesto ed affidabile il pubblico dibattito”. La Chiesa, inoltre, “mai si stanca di sostenere le categorie” del giusto e dell’ingiusto, “senza le quali la speranza può solo appassire, aprendo la strada a freddi calcoli” che “riducono la persona a poco più di una pedina su di un’ideale scacchiera”. “Verità significa più che conoscenza” ha osservato Benedetto XVI con riferimento alla “mentalità positivistica che, rigettando la metafisica, nega i fondamenti della fede”. Per questo, ha aggiunto, le “intense aspettative” che “la società in generale ha” verso gli “educatori cattolici” non “costituiscono una sorpresa”, ma rivelano “il bisogno di eccellenza nella formazione dei figli” da parte di “un numero sempre maggiore” di genitori. Quando “il criterio ultimo di giudizio diventa l’io e la soddisfazione dei desideri” ha ammonito il Papa, si afferma un “orizzonte relativistico” all’interno del quale “gli scopi dell’educazione vengono inevitabilmente ridotti”.

Oggi, ha rilevato Benedetto XVI, “osserviamo una certa timidezza di fronte alla categoria del bene e un’inconsulta caccia di novità in passerella come realizzazione della libertà”, e “particolarmente inquietante è la riduzione della preziosa e delicata area dell’educazione sessuale alla gestione del ‘rischio’, privo di ogni riferimento alla bellezza dell’amore coniugale”. Di qui l’importanza della “carità intellettuale”, che “sostiene l’essenziale unità della conoscenza contro la frammentazione” guidando “i giovani verso la profonda soddisfazione di esercitare la libertà in relazione alla verità”, e li aiuta a mettere in relazione la fede “e i vari aspetti della vita familiare e civile”. Sottolineando “il grande valore della libertà accademica” e rammentando che “ogni appello” a questo principio “per giustificare posizioni che contraddicono la fede e l’insegnamento della Chiesa ostacolerebbe o addirittura tradirebbe l’identità e la missione dell’Università”, Benedetto XVI ha esortato “insegnanti e amministratori, sia nelle università che nelle scuole”, a offrire “all’interno e all’esterno delle aule” una “testimonianza pubblica” della loro fede. Un appello, infine ai religiosi e ai sacerdoti: “Non abbandonate l’apostolato scolastico”, specialmente nelle aree più povere” dove “molte fallaci promesse attraggono i giovani lontano dalla verità e dalla genuina libertà”.

Sir