Un coraggioso atto di speranza e fiducia ed una bella testimonianza di impegno a portare pace e riconciliazione anche in una situazione difficile. Così il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha definito il prossimo viaggio apostolico che Benedetto XVI si appresta a compiere, dall’8 a 15 maggio, in Giordania, Israele e Territori palestinesi. In un briefing, svoltosi questa mattina con i giornalisti, padre Lombardi ha passato in rassegna il programma del viaggio che ha detto, si svolge in un contesto non facile per la serenità dell’ambiente e che giunge dopo un conflitto, quello di Gaza, con tensioni tra Hamas e Fatah e con un nuovo governo israeliano. Sarà un pellegrinaggio di riconciliazione e di pace per tutti i popoli, una conferma ed un incoraggiamento per i cristiani di Terra Santa. Secondo quanto riferito dal portavoce vaticano nel corso della tappa in Giordania è lecito attendersi dal Papa qualche cenno ai rifugiati iracheni nel regno hashemita, tra i quali molti cristiani, anche se nel programma non è inserito, almeno fino ad ora, un incontro specifico con qualche loro rappresentante. Nella sua visita al memoriale dello Yad Vashem ha proseguito padre Lombardi – Benedetto XVI ascolterà anche la testimonianza di 6 sopravvissuti all’Olocausto. Nella tappa a Betlemme del 13 maggio è inserito un incontro con una delegazione di palestinesi di Gaza e della West Bank. Il Papa terrà tutti i suoi discorsi in lingua inglese ha spiegato il direttore della Sala Stampa – mentre i rabbini di Gerusalemme useranno l’ebraico. Nella sua tappa al Muro Occidentale, infine, è previsto che il Papa lasci un messaggio nelle fessure del Muro così come fece Giovanni Paolo II nel 2000.Sir