Oltre 250 mila persone hanno partecipato questa mattina alla Messa celebrata da Benedetto XVI all’Esplanade des Invalides, a Parigi (testo integrale). Il Papa è stato accolto con grande affetto e gioia dalle migliaia di fedeli che poi hanno seguito il rito in uno spirito di profondo raccoglimento. Dal cuore di Parigi, dalla splendida Esplanade des Invalides, Benedetto XVI ha lanciato l’appello di San Paolo: Fuggite dall’idolatria. Anche il mondo contemporaneo, dice, si è creato i propri idoli, imitando magari a sua insaputa, i pagani dell’antichità, distogliendo l’uomo dal suo vero fine, dalla felicità di vivere eternamente con Dio. La domanda che ogni uomo onesto con se stesso si deve porre, incita il Papa, è cosa sia importante nella sua vita. “L’idolo è un inganno - ha detto Benedetto XVI- perché distoglie dalla realtà chi lo serve per confinarlo nel regno dell’apparenza. Non è questa una tentazione propria della nostra epoca che è la sola sulla quale possiamo agire efficacemente? Tentazione di idolatrare un passato che non esiste più, dimenticandone le carenze, tentazione di idolatrare un futuro che non esiste ancora, credendo che l’uomo, con le sue sole forze, possa realizzare la felicità eterna sulla terra”. Denaro, sete dell’avere, del potere e persino del sapere, sono gli idoli dell’oggi, ciò che distoglie l’uomo dal suo fine vero. Il Papa però poi ha ricordato come San Paolo alla sua condanna radicale dell’idolatria non associ mai quella della persona dell’idolatra. E’ la ragione che ci deve evitare di confondere il peccato con il peccatore, sempre suscettibile di conversione e perdono: “Mai Dio domanda all’uomo di fare sacrificio della sua ragione! Mai la ragione entra in contraddizione reale con la fede! L’unico Dio ha creato la nostra ragione e ci dona la fede, proponendo alla nostra libertà di riceverla come un dono prezioso. E’ il culto degli idoli, prosegue il papa, che distoglie l’uomo da questa prospettiva e la ragione stessa può forgiarsi degli idoli. Domandiamo dunque a Dio di aiutarci a purificarci da tutti gli idoli per accedere alla verità del nostro essere e del suo Essere infinito”. La comunione di fede e ragione è il mezzo per giungere a Dio, ha continuato Benedetto XVI, soprattutto la fede, attraverso l’Eucaristia, rivelazione straordinaria che ci viene da Cristo, trasmessa dagli Apostoli e da tutta la Chiesa da quasi duemila anni. Con la parole, con i gesti, non si accetti mai che si appanni la fede nel Cristo risorto, presente nell’Eucaristia: “Alzare il calice della salvezza ed invocare il nome del Signore – si è chiesto – non è forse precisamente il mezzo migliore di fuggire dagli idoli? Celebrare l’Eucaristia significa perciò riconoscere che Dio solo è in grado di donare la felicità in pienezza, di insegnare i veri valori, i valori eterni che non conosceranno mai tramonto”. Solo Dio, ha detto ancora il Papa, insegna a fuggire gli idoli, miraggi del pensiero. In conclusione il Pontefice si rivolge ai giovani, a coloro che si interrogano sulla propria vocazione sacerdotale o religiosa. Anche a loro come ai ragazzi ieri sera a Nôtre Dame Benedetto XVI chiede di non avere paura di donare la propria vita a Cristo, di rispondere alla sua chiamata. Niente rimpiazzerà mai il ministero dei sacerdoti nella vita della Chiesa, dice loro il Papa, mentre agli uomini di buona volontà ripete di fuggire il culto degli idoli e di non smettere di fare il bene. (Fonte: Radio Vaticana)