Nel ringraziare il presidente della Repubblica francese Nikolas Sarkozy per l’accoglienza calorosa riservatagli, alla cerimonia di benvenuto all’Eliseo dopo l’arrivo all’aeroporto parigino di Orly, Benedetto XVI(testo integrale) ha ricordato di porre piede per la prima volta sul suolo di Francia dopo che la Provvidenza lo ha chiamato alla Sede di Pietro. Quindi, il Papa ha salutato tutti coloro che abitano questo Paese dalla storia millenaria, dal presente ricco di eventi e dal futuro promettente, dichiarando di unirsi, con questo viaggio apostolico per il 150° anniversario delle Apparizioni della Vergine a Lourdes (12-15 settembre), alla folla degli innumerevoli pellegrini di tutto il mondo che convergono verso il santuario mariano, animati dalla fede e dall’amore. È una fede, è un amore che vengo a celebrare qui, nel vostro Paese, ha affermato il pontefice, che torna a Parigi, città familiare, dove, in ragione degli studi e delle precedenti mansioni, prima dell’elezione al soglio pontificio, ha intrecciato buone amicizie umane e intellettuali, gli è data l’occasione di rendere omaggio all’imponente patrimonio di cultura e di fede che ha plasmato la Francia in modo splendido durante i secoli e che ha offerto al mondo grandi figure di servitori della nazione e della Chiesa.Durante la visita in Vaticano, nove mesi fa ha rammentato il Papa a Sarkozy Ella ha ricordato che le radici della Francia – come quelle dell’Europa – sono cristiane. Basta la storia a dimostrarlo, ha detto Benedetto XVI. Infatti, la città di Lione aveva un vescovo già nella metà del II secolo e sant’Ireneo, l’autore dell’Adversus haereses, vi rese una testimonianza eloquente del vigore del pensiero cristiano. La Chiesa, impiantata in epoca antica nel suo Paese, vi ha svolto un ruolo civilizzatore, ha affermato il Papa, attraverso la trasmissione della cultura dei monaci, la formazione dei cuori e degli spiriti all’amore del povero di numerose congregazioni religiose, il contributo dei cristiani al consolidarsi delle istituzioni. Quindi, il pontefice ha parlato dei rapporti tra Chiesa e Stato. Cristo aveva già offerto il criterio in base al quale trovare una giusta soluzione, ha detto il Papa: Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio (Mc 12,17). La Chiesa in Francia gode attualmente di un regime di libertà. La diffidenza del passato si è trasformata poco a poco in un dialogo sereno e positivo, che si consolida sempre di più.Restano aperti territori di dialogo che dovremo percorrere e bonificare, poco a poco con determinazione e pazienza, ha detto Benedetto XVI nel discorso alla cerimonia di accoglienza all’Eliseo ma ci sono i presupposti di una laicità positiva, per qualificare una comprensione più aperta nelle relazioni tra politica e religione. In questo momento storico in cui le culture si incrociano tra loro sempre di più, sono profondamente convinto che una nuova riflessione sul vero significato e sull’importanza della laicità è divenuta necessaria, ha aggiunto il Papa. Se, infatti, è fondamentale, da una parte, insistere sulla distinzione tra l’ambito politico e quello religioso, al fine di tutelare sia la libertà religiosa dei cittadini che la responsabilità dello Stato verso di essi, anche occorre,dall’altra parte, prendere una più chiara coscienza della funzione insostituibile della religione per la formazione delle coscienze e del contributo che essa può apportare, insieme ad altre istanze, alla creazione di un consenso etico di fondo nella società. Il Papa, testimone di un Dio che ama e che salva, si sforza di essere un seminatore di carità e di speranza, soprattutto nel mondo d’oggi, che offre poche aspirazioni spirituali e poche certezze materiali.I giovani sono la mia preoccupazione più grande, ha affermato Benedetto XVI. Alcuni faticano a trovare un orientamento o soffrono di una perdita di riferimenti nella vita familiare. Messi a volte ai margini e spesso abbandonati a se stessi, sono fragili e devono affrontare da soli una realtà che li supera. È, dunque, necessario offrire loro un solido quadro educativo e incoraggiarli a rispettare e ad aiutare gli altri. Tra le preoccupazioni del Papa , anche la progressiva distanza tra ricchi e poveri in Occidente. La Chiesa cerca spesso di provvedere alle necessità immediate, ma è allo Stato che spetta di legiferare per sradicare le ingiustizie. Il pensiero del pontefice si è, poi, rivolto allo stato del nostro pianeta. Benedetto XVI ha ricordato la nobile tradizione in tema di diritti dell’uomo e promozione per il bene dell’individuo e della società della Francia, che è alla Presidenza dell’Unione Europea. Quando il cittadino europeo vedrà e sperimenterà personalmente che i diritti inalienabili della persona umana, dal concepimento fino alla morte naturale, come quelli relativi all’educazione libera, alla vita familiare, al lavoro, senza dimenticare i diritti religiosi, sono promossi e rispettati, allora, ha concluso il pontefice, comprenderà pienamente la grandezza dell’edificio dell’Unione e ne diverrà un attivo artefice.Non sono tempi facili, ha dichiarato ancora Benedetto XVI all’Eliseo. In particolare, di fronte al pericolo del riemergere di vecchie diffidenze, tensioni e contrapposizioni tra nazioni, di cui oggi siamo preoccupati testimoni, la Francia, storicamente sensibile alla riconciliazione tra i popoli, è chiamata ad aiutare l’Europa a costruire la pace dentro i suoi confini e nel mondo intero. È importante promuovere un’unità, non come uniformità, ma capace di garantire il rispetto delle differenze nazionali e delle diverse tradizioni culturali, che sono una ricchezza nella sinfonia europea. Esprimo la mia fiducia che il suo Paese contribuirà sempre di più a far progredire questo secolo verso la serenità, l’armonia e la pace, ha detto il Papa nel salutare Sarkozy, assicurando di pregare per la bella nazione francese, affinché Dio le conceda pace e prosperità, libertà e unità, uguaglianza e fraternità, con l’intercessione della Vergine Maria, Patrona principale della Francia.Sir