Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN AUSTRIA: L’EUROPA NON DEVE RINNEGARE LE SUE RADICI CRISTIANE

L’Europa “sarà per tutti luogo gradevolmente abitabile solo se verrà costruita su un solido fondamento culturale e morale di valori comuni che traiamo dalla nostra storia e dalle nostre tradizioni”: per questo “l’Europa non può e non deve rinnegare le sue radici cristiane”, che “sono una componente dinamica della nostra civiltà per il cammino nel terzo millennio”. Lo ha detto oggi il Papa, che nel primo giorno del suo settimo viaggio apostolico fuori dall’Italia, nel discorso pronunciato al Palazzo Hofburg di Vienna (testo integrale), davanti al presidente austriaco, a membri del governo e rappresentanti del corpo diplomatico si è soffermato sul legame tra l’Austria, modello di “esemplare convivenza sociale”, e l’Europa di oggi, che “dopo gli orrori della guerra e le esperienze traumatiche del totalitarismo e della dittatura, ha intrapreso il cammino verso un’unità del Continente”. “La divisione che per decenni ha scisso il Continente in modo doloroso è, sì, superata politicamente – commenta Benedetto XVI – ma l’unità resta ancora in gran parte da realizzare nella mente e nel cuore delle persone”. Ciononostante, il “processo di unificazione” è “un’opera di grande portata” che ha dato “pace” all’Europa, grazie anche al “contributo” di Giovanni Paolo II.

Il “modello di vita europeo” consiste in “un ordine sociale che significa efficacia economica con giustizia sociale, pluralità politica con tolleranza, liberalità ed apertura, ma anche conservazione di valori che a questo Continente danno la sua posizione particolare”. A precisarlo è stato il Papa, che oggi nel discorso al Palazzo Hofburg di Vienna ha fatto notare che tale “modello” si trova davanti ad “una grande sfida”: quella della globalizzazione. Anche se “non può essere fermata”, ha ammesso Benedetto XVI, “è un compito urgente ed una grande responsabilità della politica” quella di dare alla globalizzazione “ordinamenti e limiti adatti ad evitare che essa si realizzi a spese dei Paesi più poveri e delle persone povere nei Paesi ricchi e vada a scapito delle generazioni future”. Non è mancato, nel discorso del Pontefice, un riferimento ai “terribili cammini sbagliati” dell’Europa, di cui “fanno parte: restringimenti ideologici della filosofia, della scienza ed anche della fede, l’abuso di religione e ragione per scopi imperialistici, la degradazione dell’uomo mediante un materialismo teorico e pratico, ed infine la degenerazione della tolleranza in una indifferenza priva di riferimenti a valori permanenti”.

Sir