Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN AUSTRIA, ALL’ABBAZIA DI HEILIGENKREUZ: OCCORRE UNA FORMAZIONE CHE INTEGRI FEDE E RAGIONE

“Considerate le vostre abbazie e i vostri monasteri quello che sono”: “un luogo di forza spirituale”. Lo ha detto, ieri, Benedetto XVI, durante la visita all’abbazia cistercense di Heiligenkreuz, in Austria. “Arrivando in uno dei vostri monasteri qui in Austria – ha affermato il Papa – si ha la stessa impressione di quando, dopo una camminata sulle Alpi che è costata sudore, finalmente ci si può rinfrescare ad un ruscello di acqua sorgiva… Approfittate dunque di queste sorgenti della vicinanza di Dio nel vostro Paese, stimate le comunità religiose, i monasteri e le abbazie e ricorrete al servizio spirituale che i consacrati sono disposti ad offrirvi!”. Ha parlato, poi, della Pontificia Accademia teologica, che si trova presso l’abbazia, luogo di studi “dove è possibile un legame approfondito tra teologia scientifica e spiritualità vissuta”. Dio, ha spiegato Benedetto XVI, “non è mai semplicemente l’Oggetto della teologia, è sempre allo stesso tempo anche il suo Soggetto vivente. La teologia cristiana, del resto, non è mai un discorso solamente umano su Dio, ma è sempre al contempo il Logos e la logica in cui Dio si rivela”. Perciò “intellettualità scientifica e devozione vissuta sono due elementi dello studio che, in una complementarietà irrinunciabile, dipendono l’una dall’altra”.

“Il padre dell’Ordine cistercense, san Bernando, a suo tempo – ha ricordato Benedetto XVI – ha lottato contro il distacco di una razionalità oggettivante dalla corrente della spiritualità ecclesiale. La nostra situazione oggi, pur diversa, ha però anche notevoli somiglianze”. Infatti, “nell’ansia di ottenere il riconoscimento di rigorosa scientificità nel senso moderno, la teologia può perdere il respiro della fede”, ma “una teologia, che non respira più nello spazio della fede, cessa di essere teologia; finisce per ridursi ad una serie di discipline più o meno collegate tra di loro”. “Perché oggi una chiamata al sacerdozio o allo stato religioso possa essere sostenuta fedelmente lungo tutta la vita – ha aggiunto – occorre una formazione che integri fede e ragione, cuore e mente, vita e pensiero. Una vita al seguito di Cristo ha bisogno dell’integrazione dell’intera personalità. Dove si trascura la dimensione intellettuale, nasce troppo facilmente una forma di pia infatuazione che vive quasi esclusivamente di emozioni e di stati d’animo che non possono essere sostenuti per tutta la vita. E dove si trascura la dimensione spirituale, si crea un razionalismo rarefatto che sulla base della sua freddezza e del suo distacco non può mai sfociare in una donazione entusiasta di sé a Dio”.

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