Dio ha scelto il vostro continente perché diventasse dimora del suo Figlio. Mediante Gesù, Dio è venuto incontro ad ogni uomo, certamente, ma in modo particolare, incontro all’uomo africano. Lo ha detto Benedetto XVI ai membri del Consiglio speciale per l’Africa del sinodo dei vescovi (che si svolgerà in ottobre) nel corso di un incontro avvenuto in nunziatura a Yaoundé (testo integrale). Mediante Gesù ha detto il Papa – duemila anni fa, Dio stesso ha portato il sale e la luce all’Africa. Da allora, il seme della sua presenza è sepolto nelle profondità del cuore di questo amato continente ed esso germoglia a poco a poco al di là e attraverso le vicissitudini della sua storia umana. Per il Papa, l’Africa ha ricevuto una chiamata particolare a conoscere Cristo. Che gli Africani ne siano fieri!. E soprattutto approfondendo spiritualmente e teologicamente questa storia delle origini, l’Africano potrà trovare le forze sufficienti per affrontare il suo quotidiano talvolta molto duro, e potrà allora scoprire immensi spazi di fede e di speranza che l’aiuteranno a crescere in Dio. I nomi della riconciliazione, della giustizia e della pace risuonino in tutto il continente africano che conosce purtroppo in molti luoghi conflitti, violenze, guerre e odio. A chiederlo è papa Benedetto XVI che parlando ai membri del Consiglio speciale per l’Africa del sinodo dei vescovi, ha detto: Il vostro continente non ne è stato risparmiato ed è stato ed è ancora triste teatro di gravi tragedie, che fanno appello ad una vera riconciliazione tra i popoli, le etnie, gli uomini. Nel contesto sociopolitico ed economico attuale del continente africano ha poi aggiunto il Santo Padre -, che cosa c’è di più drammatico della lotta spesso cruenta tra gruppi etnici o popoli fratelli. I conflitti locali o regionali, i massacri e i genocidi che si sviluppano nel Continente devono interpellarci in modo tutto particolare: se è vero che in Gesù Cristo noi apparteniamo alla stessa famiglia, che fa di noi figli di Dio, membri della Famiglia di Dio, non dovrebbero dunque più esserci odio, ingiustizie, guerre tra fratelli.Il Papa ha ricordato a questo punto l’appello del card. Bernardin Gantin, per una Teologia della Fraternità, come risposta al richiamo pressante dei poveri e dei più piccoli perché come scriveva l’africano Lattanzio nel IV secolo, il primo dovere della giustizia è riconoscere l’uomo come un fratello. Il Papa ha quindi invitato i vescovi a realizzare un’opzione preferenziale per i poveri. Essa ha spiegato il Papa – manifesta così che la situazione di disumanizzazione e di oppressione che affligge i popoli africani non è irreversibile; al contrario, essa pone ciascuno di fronte ad una sfida, quella della conversione, della santità e dell’integrità.Sir