Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN AFRICA: DOPO LA GUERRA CIVILE IN AGOLA RIFIORISCE LA SPERANZA

Li ha chiamati “amici miei” e “artefici e testimoni di un’Angola che si sta risollevando”: il Papa si è rivolto così alle autorità politiche e civili e al corpo diplomatico nell’incontro di stasera nel Salone d’onore del Palazzo presidenziale di Luanda, in Angola (testo integrale). “Dopo ventisette anni di guerra civile – ha detto – la pace ha cominciato a mettere radici, portando con sé i frutti della stabilità e della libertà. Gli sforzi palpabili del Governo per stabilire le infrastrutture e rifare le istituzioni fondamentali per lo sviluppo e il benessere della società hanno fatto rifiorire la speranza”. A sostegno di questa speranza sono intervenute, poi, “diverse iniziative di agenzie multilaterali, decise a trascendere interessi particolari per operare nella prospettiva del bene comune”. “Voi – ha proseguito – potete trasformare questo Continente, liberando il vostro popolo dal flagello dell’avidità, della violenza e del disordine, guidandolo sul sentiero segnato dai principi indispensabili ad ogni moderna civile democrazia: il rispetto e la promozione dei diritti umani, un governo trasparente, una magistratura indipendente, una comunicazione sociale libera, un’onesta amministrazione pubblica, una rete di scuole e di ospedali funzionanti in modo adeguato, e la ferma determinazione, radicata nella conversione dei cuori, di stroncare una volta per tutte la corruzione”. “Lo sviluppo economico e sociale in Africa – ha chiarito Benedetto XVI – richiede il coordinamento del Governo nazionale con le iniziative regionali e con le decisioni internazionali. Un simile coordinamento suppone che le nazioni africane siano viste non solo come destinatarie dei piani e delle soluzioni elaborate da altri”. Gli stessi africani, insomma, “lavorando insieme per il bene delle loro comunità, devono essere gli agenti primari del loro sviluppo”. A questo proposito, c’è “un numero crescente di efficaci iniziative che meritano di essere sostenute” il cui “comune obiettivo è promuovere la trasparenza, l’onesta pratica commerciale e il buon governo”. Quanto alla comunità internazionale nel suo insieme, “è di urgente importanza il coordinamento degli sforzi per affrontare la questione dei cambiamenti climatici, la piena e giusta realizzazione degli impegni per lo sviluppo indicati dal Doha round e ugualmente la realizzazione della promessa dei Paesi sviluppati molte volte ripetuta di destinare lo 0,7% del loro Pil agli aiuti ufficiali per lo sviluppo”. Questa assistenza, ha aggiunto, “è ancor più necessaria oggi con la tempesta finanziaria mondiale in atto; l’auspicio è che essa non sia una in più delle sue vittime”. Non è mancata, infine, una parola a difesa della famiglia e della dignità delle donne contro la violenza e lo sfruttamento sessuale e contro l’aborto.Sir