San Paolo è un maestro e un modello soprattutto per i Vescovi! San Gregorio Magno lo definisce il più grande di tutti i pastori’. Come Vescovi dobbiamo apprendere dall’Apostolo innanzitutto un grande amore per Gesù Cristo: lo ha detto il Papa questa mattina a Castelgandolfo, ricevendo in udienza i vescovi nominati nel corso degli ultimi dodici mesi, che sono giunti a Roma da tutto il mondo per il convegno promosso dalle Congregazioni per i Vescovi e da quella per le Chiese Orientali. Dal momento del suo incontro col Maestro divino sulla via di Damasco, – ha affermato Benedetto XVI – la sua esistenza fu tutta un cammino di conformazione interiore ed apostolica a Lui tra le persecuzioni e le sofferenze. San Paolo stesso si definisce un uomo conquistato da Cristo. Proseguendo nella riflessioni sulle caratteristiche della figura del pastore, il Papa ha ricordato che l’Esortazione apostolica Pastores gregis’, parlando dell’impegno spirituale del Vescovo, afferma con chiarezza che egli deve essere innanzitutto un uomo di Dio’, perché non si possono servire gli uomini senza essere prima servi di Dio’.Prendendo spunto dall’imminente Sinodo Generale dei Vescovi sulla Parola, Benedetto XVI ha proseguito il suo discorso ai vescovi di nomina recente, ricevuti stamane in udienza a Castelgandolfo, affermando: Prima di essere trasmettitore della Parola, il Vescovo, insieme con i suoi sacerdoti e come ogni fedele, deve essere ascoltatore della Parola, in quanto ha ricordato ancora non c’è primato della santità senza ascolto della Parola di Dio che della santità è guida e nutrimento. Ha quindi rivolto ai Vescovi l’esortazione ad affidarvi ogni giorno alla Parola di Dio per essere maestri della fede ed autentici educatori dei vostri fedeli. Ha poi proseguito affermando che per far fronte alla grande sfida del secolarismo proprio della società contemporanea è necessario che il Vescovo ogni giorno mediti nella preghiera la Parola, così da poter essere banditore efficace nell’annunciarla, dottore autentico nell’illustrarla e difenderla, maestro illuminato e sapiente nel trasmetterla.Proseguendo nelle considerazioni rivolte ai Vescovi di recente nomina, Benedetto XVI ha poi aggiunto una esortazione: Progredendo nella via della santità, esprimerete quell’indispensabile autorevolezza morale e quella prudente saggezza che si richiede a chi è posto a capo della famiglia di Dio. Tale autorevolezza è oggi quanto mai necessaria. Ha poi spiegato che il vostro ministero sarà pastoralmente fruttuoso soltanto se poggerà sulla vostra santità di vita: l’autorevolezza del Vescovo – afferma la Pastores gregis – nasce dalla testimonianza, senza la quale difficilmente i fedeli potranno scorgere nel Vescovo la presenza operante di Cristo nella sua Chiesa. In conclusione del suo discorso, Benedetto XVI ha invitato i Vescovi a due attenzioni: la prima verso i sacerdoti e la seconda verso i giovani, dicendo tra l’altro: Non mancate di proporre ai ragazzi e ai giovani la scelta di una donazione piena a Cristo nella vita sacerdotale e religiosa. Sensibilizzate le famiglie, le parrocchie, gli istituti educativi, perché aiutino le nuove generazioni a cercare e a scoprire il progetto di Dio sulla loro vita. Il saluto al Papa, a nome dei vescovi presenti, è stato rivolto dal card. Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi.Sir