Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, EPIFANIA: ANCHE L’UMANITA’ DI OGGI E’ IN PELLEGRINAGGIO COME I MAGI VERSO IL REDENTORE

Nella Solennità dell’Epifania, celebriamo la “manifestazione di Cristo alle genti”, rappresentate dai Magi venuti dall’Oriente. Celebriamo Cristo, “meta del pellegrinaggio dei popoli in cerca di salvezza”. Nell’omelia presieduta nella basilica di San Pietro Benedetto XVI ha sottolineato con queste parole, il profondo significato della solennità.

Sono trascorsi 20 secoli da quando tale mistero “è stato rivelato e realizzato in Cristo”, ha detto il Papa, ma “esso non è ancora giunto al suo compimento”. Una convinzione, questa, ben presente anche in Giovanni Paolo II, che, ricorda Benedetto XVI, nella “Redemptoris Missino”, constata come la missione della Chiesa sia ancora agli inizi. Il Papa è tornato, così, all’insegnamento dei Padri conciliari. Tutto il Concilio Vaticano II, è la sua riflessione, fu “mosso dall’anelito di annunciare all’umanità contemporanea Cristo, luce del mondo”: “Nel cuore della Chiesa, a partire dal vertice della sua gerarchia, – ha osservato Benedetto XVI – emerse impellente, suscitato dallo Spirito Santo, il desiderio di una nuova epifania di Cristo al mondo, un mondo che l’epoca moderna aveva profondamente trasformato e che per la prima volta nella storia si trovava di fronte alla sfida di una civiltà globale, dove il centro non poteva più essere l’Europa e nemmeno quelli che chiamiamo l’Occidente e il Nord del mondo”.

Emergeva così l’esigenza di elaborare non solo un nuovo ordine politico ed economico, ma al tempo stesso spirituale e culturale. Anzi è il suo richiamo, nessun nuovo ordine può funzionare se non ci avviciniamo a Dio. All’inizio del terzo millennio, ha proseguito il Papa nell’omelia, ci troviamo “nel vivo di questa fase della storia umana”, “tematizzata intorno alla parola “globalizzazione”. Una sfida difficile, ha avvertito, “proprio perché si è coinvolti in essa: un rischio fortemente rafforzato dall’immensa espansione dei mass-media”, che talvolta “sembrano indebolire le nostre capacità di una sintesi critica”.

E, ancora una volta il pensiero è tornato al Concilio Vaticano II, alla sua conclusione, quando i Padri conciliari indirizzarono all’umanità alcuni Messaggi. Il primo rivolto ai governanti, il secondo agli uomini di scienza. E Benedetto XVI aggiunge una terza categoria di persone, richiamando la dichiarazione conciliare “Nostra Aetate”: “Mi riferisco – ha spiegato – alle guide spirituali delle grandi religioni non cristiane. A distanza di duemila anni, possiamo dunque riconoscere nelle figure dei Magi una sorta di prefigurazione di queste tre dimensioni costitutive dell’umanesimo moderno: la dimensione politica, quella scientifica e quella religiosa. L’Epifania ce le mostra in stato di ‘pellegrinaggio’, cioè in un movimento di ricerca che, in definitiva, ha il suo punto d’arrivo in Cristo”.

Anche Dio, ha affermato il Papa, è a sua volta in pellegrinaggio verso l’uomo. Gesù è venuto incontro all’umanità. “Per amore Egli si è fatto storia nella storia”. Da qui il forte invito ai rappresentanti delle grandi tradizioni religiose non cristiane a confrontarsi con la luce di Cristo, “che è venuto non ad abolire, ma a portare a compimento quanto la mano di Dio ha scritto nella storia religiosa delle civiltà, specialmente nelle grandi anime che hanno contribuito a edificare l’umanità con la loro sapienza e i loro esempi di virtù”. Proprio l’esempio di Magi, ha proseguito Benedetto XVI, ci viene in aiuto. I Magi avevano visto la stella, ma questa non sarebbe bastata se non fossero state persone “intimamente aperte alla verità”. Erano “protesi verso la meta della loro ricerca”. Ecco allora che, come i Magi, siamo chiamati “ad aprire le menti e i cuori a Cristo e offrirgli i doni della loro ricerca”. Da qui l’appello “a tutti gli uomini del nostro tempo”: “non abbiate paura della luce di Cristo! La sua luce è lo splendore della verità. Lasciatevi illuminare da Lui, popoli tutti della terra; lasciatevi avvolgere dal suo amore e troverete la via della pace”.

All’Angelus, in una piazza San Pietro gremita di fedeli, il Papa ha ribadito l’importanza dell’Epifania: la manifestazione di Cristo ai Magi segna, infatti, l’inizio dell’adesione dei popoli pagani alla fede in Cristo, “secondo la promessa fatta da Dio ad Abramo”. I Magi, ha affermato, sono le primizie delle genti, “chiamate anch’esse a far parte della Chiesa, nuovo popolo di Dio, basato non più sulla omogeneità etnica, linguistica o culturale, ma solo sulla fede” in Gesù. Il Papa ha poi indirizzato un “cordiale saluto agli amati fratelli e sorelle delle Chiese Orientali che, seguendo il Calendario Giuliano, celebreranno domani il Santo Natale”.

Il Papa ha poi ricordato come oggi si celebri la Giornata Mondiale dell’Infanzia Missionaria, la festa dei bambini cristiani “che vivono con gioia il dono della fede e pregano perché la luce di Gesù arrivi a tutti i fanciulli del mondo”. Ai bambini della “Santa Infanzia”, presente in 110 Paesi, è andato il sentito ringraziamento del Papa e l’invito ad essere “preziosi cooperatori del Vangelo e apostoli della solidarietà cristiana verso i più bisognosi”. E il Papa ha incoraggiato anche gli educatori “a coltivare nei piccoli lo spirito missionario”, affinché siano “testimoni della tenerezza di Dio e annunciatori del suo amore”.