Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ENCICLICA: L’AMORE DI DIO, UN INCONTRO CHE DÀ ALLA VITA UN NUOVO ORIZZONTE

“Deus caritas est” (“Dio è amore”) sono le parole che aprono e che danno il titolo alla prima Enciclica di Benedetto XVI (testo integrale), resa pubblica questa mattina in Vaticano, durante un incontro con i giornalisti di tutto il mondo accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede. “Abbiamo creduto all’amore di Dio”, scrive il Papa nelle prime righe, definendo questo evento “l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. Questo annuncio dell’amore di Dio per l’uomo poggia sull’intera rivelazione dell’Antico Testamento, ricorda ancora il Pontefice, richiamando le parole del Deuteronomio alle quali si ispira da sempre il popolo ebreo: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore…”. “In un mondo – prosegue l’Enciclica – in cui al nome di Dio viene a volte collegata la vendetta o perfino il dovere dell’odio e della violenza, questo è un messaggio di grande attualità e di significato molto concreto”.

Benchè la parola “amore” abbia assunto una miriade di significati, spiega Benedetto XVI “l’amore tra uomo e donna, nel quale corpo e anima concorrono inscindibilmente… emerge come archetipo di amore per eccellenza, al cui confronto, a prima vista, tutti gli altri tipi di amore sbiadiscono”. L’insegnamento della Chiesa in tema di amore e sessualità, prosegue l’Enciclica, ci dice tuttavia che “l’eros ebbro e indisciplinato non è ascesa, estasi verso il Divino, ma caduta, degradazione dell’uomo. Così diventa evidente che l’eros ha bisogno di disciplina, di purificazione per donare all’uomo non il piacere di un istante, ma un certo pregustamento del vertice dell’esistenza, di quella beatitudine a cui tutto il nostro essere tende”. Ciò – ricorda ancora il Papa – “dipende innanzitutto dalla costituzione dell’essere umano, che è composto di corpo e di anima”. È l’uomo, “come creatura unitaria, di cui fanno parte corpo e anima” che ama. Senza questa “unitarietà” sostanziale, l’eros non “può maturare fino alla sua vera grandezza”, afferma Benedetto XVI.

Il messaggio papale sull’amore inteso come “eros” è che “sì, l’eros vuole sollevarci in estasi verso il Divino… ma proprio per questo richiede un cammino di ascesa, di rinunce, di purificazioni e di guarigioni”. Il Papa quindi ribadisce l’importanza di non “mercificare” il sesso, ma di porlo al servizio dell’uomo nel suo cammino “verso il ritrovamento di sé, anzi verso la scoperta di Dio”. In una società che viene definita iper-erotizzata, il Papa lancia un messaggio sorprendente: “L’eros di Dio per l’uomo – scrive – è insieme totalmente agape. Non soltanto perché viene donato del tutto gratuitamente, senza alcun merito precedente, ma anche perché è amore che perdona”. Da questa sacralità dell’amore divino che investe ogni uomo deriva la sacralità dell’amore umano che – ricorda ancora Benedetto XVI – è chiamato ad essere, nel matrimonio, “esclusivo e definitivo”. Anche l’amore per i fratelli, per tutti gli uomini, deve così fondarsi su questa prospettiva sacrale: “Esso consiste nel fatto che io amo, in Dio e con Dio, anche le persone che non gradisco o neanche conosco”.

La seconda parte dell’Enciclica di Benedetto XVI è tutta dedicata “all’esercizio dell’amore da parte della Chiesa quale comunità di amore”, vale a dire alle opere di carità, assistenza e promozione umana messe in atto in ogni parte del mondo da diocesi, parrocchie, associazioni, congregazioni, missionari, volontariato. Il Papa ricorda che questa azione di “diaconia” (carità) fa parte dei “tre compiti” che la Chiesa deve assolvere inscindibilmente: annuncio, celebrazione e, appunto, carità. Sin dai primi secoli, la comunità cristiana ha sviluppato questi servizi e nei tempi più recenti è sorta la “dottrina sociale della Chiesa” per venire incontro ai grandi problemi sociali della società moderna e contemporanea. “L’amore – caritas – sarà sempre necessario anche nella società più giusta”, ricorda Benedetto XVI, che sottolinea come – a livello istituzionale – oggi esso sia “orientato e coordinato” all’interno della Chiesa dal Pontificio Consiglio Cor Unum, istituito da Papa Paolo VI. In conclusione, il Pontefice ricorda alcune tra le più grandi figure di Santi che hanno dato vita a espressioni e forme di carità diffuse in tutto il mondo (tra loro San Francesco, Sant’Ignazio, San Vincenzo de’ Paoli, San Giovanni Bosco, Santa Teresa di Calcutta).

Il testo integrale dell’enciclica di benedetto XVI «Deus caritas est»