Nell’azione liturgica della Chiesa sussiste la presenza attiva di Cristo: ciò che ha compiuto nel suo passaggio in mezzo agli uomini, Egli continua a renderlo operante attraverso la sua personale azione sacramentale, il cui centro è costituito dall’Eucaristia: lo ha detto il Papa Benedetto XVI questa mattina in Vaticano, durante l’udienza concessa ai partecipanti al IX Congresso internazionale di liturgia sul tema Il Pontificio Istituto Liturgico tra memoria e profezia. Il congresso, che è in corso da mercoledì e si concluderà questa sera, è stato indetto nell’ambito del cinquantesimo anniversario di fondazione dell’Istituto. Come ha ricordato il Papa, il Beato Giovanni XXIII, raccogliendo le istanze del movimento liturgico … poco prima del Concilio Vaticano II e nel corso della sua celebrazione volle che la Facoltà dei Benedettini sull’Aventino costituisse un centro di studi e di ricerca per assicurare una solida base alla riforma liturgica conciliare. Benedetto XVI ha poi affermato che la forte esigenza pastorale che animava il movimento liturgico richiedeva che venisse favorita e suscitata una partecipazione più attiva dei fedeli alle celebrazioni liturgiche attraverso l’uso delle lingue nazionali e che si approfondisse il tema dell’adattamento dei riti nelle varie culture, specie in terra di missione. Inoltre, – ha proseguito il Papa – si rivelava chiara fin dall’inizio la necessità di studiare in modo più approfondito il fondamento teologico della Liturgia, per evitare di cadere nel ritualismo e affinché la riforma fosse ben giustificata nell’ambito della Rivelazione e in continuità con la tradizione della Chiesa. Papa Giovanni XXIII, animato da spirito profetico, per raccogliere e rispondere a tali esigenze creò l’Istituto Liturgico, a cui volle subito attribuire l’appellativo di Pontificio’ per indicarne il peculiare legame con la Sede Apostolica, ha poi aggiunto, richiamando nei passaggi seguenti i pionieri presenti all’atto della fondazione della Facoltà (don Cipriano Vagaggini, dom Adrien Nocent, dom Salvatore Marsili e dom Burkhard Neunheuser). Benedetto XVI ha quindi posto l’accento sul ruolo svolto dall’Istituto in questo mezzo secolo di vita, notando che un elevato numero di laureati e licenziati prestano ora il loro servizio alla Chiesa in varie parti del mondo, aiutando il Popolo santo di Dio a vivere la Liturgia come espressione della Chiesa in preghiera, come presenza di Cristo in mezzo agli uomini e come attualità costitutiva della storia della salvezza. Ha voluto ricordare il suo predecessore, Beato Giovanni Paolo II, che nel documento Vicesimus quintus annus ha parlato di liturgia come il cuore pulsante di ogni attività ecclesiale.Sir