Vita Chiesa
BENEDETTO XVI: DISCORSO AL CORPO DIPLOMATICO: UNITI NELLA COMUNE MISSIONE DI DIFFONDERE LA PACE
Dura condanna al terrorismo, accorato appello affinché sia rispettata ovunque il diritto alla libertà di religione; richiesta di perdono come via indispensabile per costruire la pace; uno sguardo alle emergenze umanitarie: fame, immigrazione, povertà. Sono i temi affrontati questa mattina da Papa Benedetto XVI che ha incontrato in Vaticano il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede per il consueto scambio di auguri di inizio anno. Nel suo discorso il papa ha ripreso il messaggio della Giornata mondiale della pace che quest’anno ha avuto per tema Nella verità, la pace ed ha presentato agli ambasciatori alcuni semplici enunciati tratti proprio da questo tema: L’impegno per la verità è l’anima della giustizia; dà fondamento e vigore al diritto di libertà; apre la via al perdono ed alla riconciliazione; apre a nuove speranze.
Nessun Governo può dispensarsi dal compito di garantire ai propri cittadini adeguate condizioni di libertà, ha detto ancora il Papa al Corpo Diplomatico. Purtroppo ha proseguito – in alcuni Stati, anche tra quelli che pure possono vantare tradizioni culturali plurisecolari, essa, lungi dall’essere garantita, è anzi gravemente violata, in particolare nei confronti delle minoranze. In merito vorrei solo ricordare quanto stabilito con grande chiarezza nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. I diritti fondamentali dell’uomo sono i medesimi sotto tutte le latitudini; e tra di essi un posto di primo piano deve essere riconosciuto al diritto di libertà di religione, perché riguarda il rapporto umano più importante, il rapporto con Dio. A tutti i responsabili della vita delle Nazioni vorrei dire: se non temete la verità, non potete temere la libertà! La Santa Sede, nel chiedere per la Chiesa Cattolica, ovunque, condizioni di vera libertà, le chiede parimenti per tutti.
La richiesta di perdono e la concessione del perdono, per Benedetto XVI sono elementi indispensabili per la pace, soprattutto laddove ci sono conflitti in corso, come in Terra Santa e in Medio Oriente. A questo proposito ha ricordato le luminose parole di Giovanni Paolo II: Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono. Le ripeto, umilmente e con profondo amore ha detto Benedetto XVI – ai responsabili delle Nazioni, in particolare di quelle dove più brucianti sono le ferite fisiche e morali dei conflitti e più impellente il bisogno di pace. Il pensiero va spontaneamente alla terra dove è nato Gesù Cristo, il Principe della Pace, che per tutti ha avuto parole di pace e di perdono; va al Libano, la cui popolazione deve ritrovare, anche con il sostegno della solidarietà internazionale, la sua vocazione storica alla collaborazione sincera e fruttuosa tra le comunità di diversa fede; e va a tutto il Medio Oriente, in particolare all’Iraq, culla di grandi civiltà, in questi anni quotidianamente funestato da sanguinosi atti terroristici. Riguardo alla Terra Santa il Papa ha ripetuto al Corpo Diplomatico la posizione della Santa Sede per la quale lo Stato d’Israele deve poter sussistere pacificamente in conformità alle norme del diritto internazionale e nello stesso tempo il Popolo palestinese deve poter sviluppare serenamente le proprie istituzioni democratiche per un avvenire libero e prospero. Un pensiero anche all’Africa, e soprattutto a Paesi della Regione dei Grandi Laghi e alle inermi popolazioni del Darfur.
Il Discorso al Corpo diplomatico (9 gennaio 2006)
«Nella verità, la pace». Messaggio per la giornata della pace 2006