La Chiesa non è una realtà soltanto spirituale, ma vive nella storia. Lo ha ricordato Benedetto XVI, aprendo questa sera nella basilica di San Giovanni in Laterano, a Roma, il convegno ecclesiale diocesano, che proseguirà fino al prossimo 29 maggio sul tema Appartenenza ecclesiale e corresponsabilità pastorale. La Chiesa, ha aggiunto il Papa citando il Concilio Vaticano II, è comunione di persone che per l’azione dello Spirito Santo formano il Popolo di Dio, che al tempo stesso è il Corpo di Cristo. Due concetti che mostrano, rispettivamente, la continuità e l’universalità dell’esperienza ecclesiale, così come ribadito anche dal Vaticano II. Lo spirito del Concilio, infatti, non ha voluto una rottura, un’altra Chiesa, ma un vero e profondo rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto Chiesa, che nel tempo cresce e si sviluppa rimanendo però sempre fedele al popolo di Dio in pellegrinaggio. Il Santo Padre ha precisato come la recezione e l’assimilazione della dottrina conciliare non siano avvenute sempre e ovunque senza difficoltà e con una corretta interpretazione ed ha riconosciuto che a un periodo di fervore ne ha fatto seguito uno di affievolimento dell’impegno, stanchezza e stallo.Passare da collaboratori del clero a corresponsabili dell’agire della Chiesa, favorendo il consolidarsi di un laicato maturo e impegnato. È il cambiamento di mentalità che Benedetto XVI ha chiesto ai laici aprendo, questa sera a Roma, il Convegno ecclesiale diocesano. Una corresponsabilità, ha precisato, che chiede di migliorare l’impostazione pastorale, nel rispetto delle vocazioni e dei ruoli dei consacrati e dei laici. Il Santo Padre ha ricordato la generosa testimonianza di tanti battezzati che nei secoli passati hanno speso la vita per educare alla fede le giovani generazioni, curare i malati e soccorrere i poveri, come pure, in epoca più recente, il Sinodo diocesano, che ha impegnato la Chiesa ad essere sempre più viva e operosa all’interno della città. Ancora, la missione cittadina in preparazione al Giubileo del 2000, che ha portato la comunità ecclesiale a prendere coscienza che il mandato di evangelizzare non spetta solo ad alcuni, ma a tutti i battezzati. Eppure molta strada resta ancora da percorrere: troppi battezzati non si sentono parte della comunità ecclesiale e vivono ai margini di essa, come pure vi sono uomini e donne che non conoscono la bellezza della nostra fede. Per questo non possiamo rassegnarci alla conservazione dell’esistente, ha concluso il Papa, esortando a riprendere con rinnovata lena il cammino.Sir