Gesù Cristo non è semplicemente il soggetto di un messaggio dottrinale, morale o ideologico, ma è sempre una persona vivente. Lo ha detto Benedetto XVI, nel corso della tradizionale udienza del mercoledì dedicata oggi all’insegnamento cristologico di san Paolo. Gesù Cristo ha spiegato il Papa parlando a braccio – non è semplicemente il soggetto di un messaggio dottrinale, morale o ideologico, ma è sempre una persona, Gesù, che mi ha amato e si è dato per me. E con questa persona che mi ama posso parlare, mi ascolta e mi risponde, questo è realmente il principio di capire il mondo e di trovare la strada della storia. Per l’apostolo la risurrezione non è un avvenimento a sé stante, disgiunto dalla morte ha affermato il Pontefice – il Risorto è sempre colui che, prima, è stato crocifisso. Anche da Risorto porta le sue ferite. La passione è presente in Lui e si può dire con Pascal che è sofferente fino alla fine del mondo. Il Crocifisso è il Risorto e il Risorto è il Crocifisso. Paolo ha capito che la Croce non era una maledizione ma sacrificio per la nostra redenzione. Benedetto XVI si è poi soffermato sui temi della preesistenza e dell’incarnazione di Cristo parlando della Sapienza preesistente alla creazione del mondo, una concezione in cui è implicita anche l’idea che la Sapienza, abbassandosi nel mondo umano, può essere rifiutata, con gravi conseguenze per chi non la ascolta. Al pari della Sapienza, ha ricordato il Papa, Cristo può essere rifiutato soprattutto dai dominatori di questo mondo, cosicché può crearsi nei piani di Dio una situazione paradossale, nella quale la sapienza si tramuta in apparente stoltezza, la croce per l’appunto, che si capovolgerà in via di salvezza per tutto il genere umano. Questo abbassamento, ha puntualizzato il Papa, non ha comportato l’abbandono della divinità da parte di Cristo. Il senso è che Cristo rinunciò a imporre la sua precedente condizione divina, per assumere invece una condizione che non aveva e cioè quella di servo. Si fece piccolo e umile servitore. Dio ha concluso Benedetto XVI – ci implica in questo movimento di discesa ed ascesa, ci invita a partecipare alla sua umiltà e cioè nel suo amore verso il prossimo e così essere partecipi anche della sua glorificazione.Sir