Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: CINQUE NUOVI SANTI, CONTROCORRENTE PER VIVERE SECONDO IL VANGELO

“Vieni e seguimi!”: questa è, secondo Benedetto XVI, “la vocazione cristiana che scaturisce da una proposta di amore del Signore, e che può realizzarsi solo grazie a una nostra risposta di amore”. Lo ha detto ieri mattina il Papa, nella celebrazione eucaristica in cui ha canonizzato, a piazza San Pietro, Zygmunt Szczęsny Feliński, Francisco Coll y Guitart, Jozef Damiaan de Veuster, Rafael Arnáiz Barón e Marie de la Croix (Jeanne) Jugan. “Gesù – ha osservato il Pontefice – invita i suoi discepoli al dono totale della loro vita, senza calcolo e tornaconto umano, con una fiducia senza riserve in Dio. I santi accolgono quest’invito esigente, e si mettono con umile docilità alla sequela di Cristo crocifisso e risorto”. “La loro perfezione, nella logica della fede talora umanamente incomprensibile, consiste – ha aggiunto – nel non mettere più al centro se stessi, ma nello scegliere di andare controcorrente vivendo secondo il Vangelo. Così hanno fatto i cinque santi che oggi, con grande gioia, vengono posti alla venerazione della Chiesa universale”. Il Santo Padre ha ricordato, poi, le singole figure dei nuovi santi. Zygmunt Szczęsny Feliński (1822-1895), arcivescovo di Varsavia e fondatore della congregazione delle Francescane della Famiglia di Maria, “è stato un grande testimone della fede e della carità pastorale in tempi molto difficili per la nazione e per la Chiesa in Polonia”, ma “in ogni situazione conservò incrollabile la fiducia nella Divina Provvidenza”. Così anche il sacerdote spagnolo Francesco Coll Y Guitart (1812-1875), la cui grande passione fu predicare soprattutto nelle missioni popolari, fondò nel 1856 la Congregazione delle Suore Domenicane dell’Annunciazione della Beata Maria Vergine, “per dare ai bambini e ai giovani un’educazione integrale”. Jozef De Veuster (1840-1889), che nella Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria ha ricevuto il nome di Damiaan, dalle Fiandre andò ad “annunciare il Vangelo all’altra parte del mondo, nelle Isole Hawaii”. “Non senza paura e ripugnanza – ha osservato Benedetto XVI -, fece la scelta di andare nell’Isola di Molokai al servizio dei lebbrosi che si trovavano là, abbandonati da tutti; così si espose alla malattia della quale essi soffrivano. Con loro si sentì a casa”.Risulta affascinante per “i giovani che non si accontentano con poco, quando aspirano alla piena verità e alla più indicibile allegria, che si raggiunge con l’amore di Dio”, la figura di Fratel Rafael Arnáiz Barón, oblato dell’Ordine cistercense (1911-1938). Giovane esuberante e intelligente, di famiglia benestante, che scelse la vita monastica lottando contro il diabete fino alla morte a soli 27 anni. “Una vita di amore… è l’unica ragione di vivere”, diceva Fratel Rafael, insistendo che “dall’amore di Dio tutto deriva”. Ultima dei cinque beati canonizzati, Marie de la Croix (Jeanne) Jugan (1792-1879), fondatrice delle Piccole Sorelle dei Poveri, dedicate al servizio delle persone anziane più povere. “Il suo carisma – ha detto il Papa – è tutt’oggi d’attualità, allorchè tante persone anziane soffrono di molteolici povertà e di solitudine, a volte perfino abbandonati dalle loro famiglie”. Rendendo “grazie al Signore per il dono della santità, che quest’oggi rifulge nella Chiesa con singolare bellezza”, il Pontefice ha invitato tutti “a lasciarsi attrarre dagli esempi luminosi di questi santi, a lasciarsi guidare dai loro insegnamenti perché tutta la nostra esistenza diventi un cantico di lode all’amore di Dio. Ci ottenga questa grazia la loro celeste intercessione e soprattutto la materna protezione di Maria, Regina dei Santi e Madre dell’umanità”.Sir