L’unica vera roccia è Gesù. L’unico nome che salva è il suo. L’apostolo, e quindi il sacerdote, riceve il proprio nome’, cioè la propria identità, da Cristo. Tutto ciò che fa, lo fa in nome suo. Il suo io’ diventa totalmente relativo all’io’ di Gesù. Lo ha detto, ieri mattina, domenica del Buon Pastore, Benedetto XVI presiedendo nella basilica vaticana la santa messa nel corso della quale ha conferito l’ordinazione sacerdotale a 19 diaconi della diocesi di Roma, sei dei quali di origine non italiana. Per il Papa, il discepolo e specialmente l’apostolo sperimenta la stessa gioia di Gesù, di conoscere il nome e il volto del Padre; e condivide anche il suo stesso dolore, di vedere che Dio non è conosciuto, che il suo amore non è ricambiato. Benedetto XVI ha quindi osservato che questo accade anche oggi e noi sacerdoti ne facciamo esperienza: il mondo’ non capisce il cristiano, non capisce i ministri del Vangelo. Un po’ perché di fatto ha aggiunto – non conosce Dio, e un po’ perché non vuole conoscerlo. Il mondo non vuole conoscere Dio e ascoltare i suoi ministri, perché questo lo metterebbe in crisi. Qui ha sottolineato Benedetto XVI – bisogna fare attenzione a una realtà di fatto: che questo mondo’, sempre nel senso evangelico, insidia anche la Chiesa, contagiando i suoi membri e gli stessi ministri ordinati. Il mondo, ha chiarito il Papa, è una mentalità, una maniera di pensare e di vivere che può inquinare anche la Chiesa, e di fatto la inquina, e dunque richiede costante vigilanza e purificazione. Dunque, siamo nel’ mondo, e rischiamo di essere anche del’ mondo. E di fatto a volte lo siamo. Per questo Gesù alla fine non ha pregato per il mondo, ma per i suoi discepoli, perché il Padre li custodisse dal maligno ed essi fossero liberi e diversi dal mondo, pur vivendo nel mondo. Per non cadere nelle insidie del mondo il Papa ha richiamato l’importanza della preghiera e il suo legame con il servizio. Siamo chiamati ha detto il Papa a rimanere’ in Cristo, e questo si realizza particolarmente nella preghiera. Il ministero sacerdotale è totalmente legato a questo rimanere’ che equivale a pregare.Sir