Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: AUMENTA OGGI LA DOMANDA DI EDUCAZIONE; L’INFLUSSO DEI MEDIA SUI GIOVANI

“Quando sono scosse le fondamenta e vengono a mancare le certezze essenziali”, il “bisogno” dei valori “torna a farsi sentire in modo impellente”: per questo “aumenta oggi la domanda di un’educazione che sia davvero tale”. E’ quanto scrive il Papa, in una lettera consegnata ai responsabili, i dirigenti, i docenti, i genitori e gli alunni delle scuole cattoliche. Nella lettera – consegnata domenica scorsa al termine del’Angelus, ma diffusa oggi dalla sala stampa della Santa Sede, Benedetto XVI si sofferma ancora una volta sulla “grande emergenza educativa” con cui sono alle prese gli educatori di oggi, e proposito della domanda di educazione scrive: “La chiedono i genitori, preoccupati e spesso angosciati per il futuro dei propri figli; la chiedono tanti insegnanti, che vivono la triste esperienza del degrado delle loro scuole; la chiede la società nel suo complesso, che vede messe in dubbio le basi stesse della convivenza; la chiedono nel loro intimo gli stessi ragazzi e giovani, che non vogliono essere lasciati soli di fronte alle sfide della vita”. Chi crede in Gesù Cristo, per il Papa, “ha un ulteriore e più forte motivo per non avere paura: sa infatti che Dio non ci abbandona, che il suo amore ci raggiunge là dove siamo e così come siamo, con le nostre miserie e debolezze, per offrirci una nuova possibilità di bene”. Oggi, è l’analisi papale, “sono in questione non soltanto le responsabilità personali degli adulti o dei giovani, che pur esistono, ma anche un’atmosfera diffusa, una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita”. “Diventa difficile”, così, “trasmettere da una generazione all’altra qualcosa di valido e di certo, regole di comportamento, obiettivi credibili intorno ai quali costruire la propria vita”. Nonostante la “forte tentazione di rinunciare”, che serpeggia “sia tra i genitori che tra gli insegnanti e in genere tra gli educatori”, secondo il Papa non bisogna “dare la colpa agli adulti” o “incolpare le nuove generazioni”. Quello del Santo Padre è malgrado tutto un messaggio di fiducia. “Non temete! Tutte queste difficoltà non sono insormontabili”, scrive infatti alla sua diocesi: “Sono piuttosto il rovescio della medaglia di quel dono grande e prezioso che è la nostra libertà, con la responsabilità che giustamente l’accompagna”. “La libertà dell’uomo è sempre nuova e ciascuna persona e ciascuna generazione deve prendere di nuovo, e in proprio, le sue decisioni”, ricorda Benedetto XVI, ed “anche i più grandi valori del passato non possono semplicemente essere ereditati, vanno fatti nostri e rinnovati attraverso una, spesso sofferta, scelta personale”.

”Le idee, gli stili di vita, le leggi, gli orientamenti complessivi della società in cui viviamo, e l’immagine che essa dà di se stessa attraverso i mezzi di comunicazione, esercitano un grande influsso sulla formazione delle nuove generazioni, per il bene ma spesso anche per il male”. L’ammonimento viene dal Papa, nella lettera sull’educazione diffusa oggi. “La società – ha puntualizzato però Benedetto XVI – non è un’astrazione; alla fine siamo noi stessi”: di qui la necessità “del contributo di ognuno di noi, di ogni persona, famiglia o gruppo sociale, perché la società, a cominciare da questa nostra città di Roma, diventi un ambiente più favorevole all’educazione”. Nella missiva, il Santo Padre segnala “alcune esigenze comuni di un’autentica educazione”, che non può ridursi “a dare delle nozioni e delle informazioni”, ma deve abbracciare “la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita”. “Trovare un giusto equilibrio tra la libertà e la disciplina”: questo, per il Papa, è il punto “forse più delicato dell’opera educativa”. “Senza regole di comportamento e di vita, fatte valere giorno per giorno anche nelle piccole cose – ha affermato il Pontefice – non si forma il carattere e non si viene preparati ad affrontare le prove”; anche la sofferenza, infatti, “fa parte della verità della nostra vita”.

Secondo il Papa, “l’educazione ben riuscita è formazione al retto uso della libertà”. “Man mano che il bambino cresce, diventa un adolescente e poi un giovane”: secondo Benedetto XVI, “dobbiamo accettare il rischio della libertà, rimanendo sempre attenti ad aiutarlo a correggere idee e scelte sbagliate. Quello che invece non dobbiamo mai fare è assecondarlo negli errori, fingere di non vederli, o peggio condividerli, come se fossero le nuove frontiere del progresso umano”. Nella visione papale, dunque, “l’educazione non può fare a meno di quell’autorevolezza che rende credibile l’esercizio dell’autorità”, e che “è frutto di esperienza e competenza” ma “si acquista soprattutto con la coerenza della propria vita e con il coinvolgimento personale”. Nell’educazione, per Benedetto XVI, risulta “decisivo il senso di responsabilità: responsabilità dell’educatore, ma anche responsabilità del figlio, dell’alunno, del giovane che entra nel mondo del lavoro. E’ responsabile chi sa rispondere a se stesso e agli altri. Chi crede cerca inoltre, e anzitutto, di rispondere a Dio che lo ha amato per primo”. La responsabilità per il Papa “è in primo luogo personale, ma c’è anche una responsabilità che condividiamo insieme, come cittadini di una stessa città e di una nazione, come membri della famiglia umana e, se siamo credenti, come figli di un unico Dio e membri della Chiesa”.

Sir