Vorrei dirvi di vero cuore come si fa in casa: buon compleanno!. Questo l’augurio del Papa a L’Osservatore Romano, che il 1° luglio ha raggiunto il notevole traguardo dei 150 anni di vita. Definendo quello del quotidiano vaticano un lavoro prezioso e qualificato, al servizio della Santa Sede, Benedetto XVI ha espresso sentimenti di gratitudine e di legittima fierezza, manifestando la sua riconoscenza a ciascuno di coloro che il giornale concretamente lo fanno’, con passione umana e cristiana e con professionalità. Mediante la vostra opera quotidiana, nascosta e non priva di fatica ha proseguito il Santo Padre – voi date vita a questo singolare mezzo di comunicazione che si pone al servizio del ministero del Successore di Pietro, per portare uno specifico contributo alla diffusione del Vangelo e alla testimonianza alla verità. Diffondendo gli insegnamenti del Papa, informando sulla sua attività e su quella della Curia Romana, e facendosi eco della vita cattolica nel mondo, secondo il Papa L’Osservatore Romano aiuta i fedeli a considerare i problemi del momento alla luce della parola di Cristo e del Magistero della Chiesa e nella costante attenzione ai segni dei tempi. In questa prospettiva, il quotidiano della Santa Sede si presenta come una preziosa risorsa, che chiede di essere sempre meglio conosciuta e valorizzata.Nel suo discorso, il Papa si è soffermato in particolare sui meccanismi del mondo dell’informazione, e sull’unicità del ruolo del quotidiano della Santa Sede in tale ambito: Non vi è dubbio ha detto – che tra le finalità di un giornale vi è anche quella di registrare i problemi sociali, riportando di conseguenza i fatti, anche gli aspetti negativi, causati spesso dal progressivo allontanamento dai valori umani e cristiani. Tuttavia, pur rispettando il dovere dell’informazione, L’Osservatore Romano quasi un unicum’ nel panorama della stampa mondiale offre ai lettori tante notizie positive e incoraggianti che non mancano nel nostro mondo, ma che il più delle volte non hanno un adeguato spazio giornalistico. Di qui l’invito del Santo Padre ai giornalisti: Continuate ad operare con gioia nel grande areopago’ della comunicazione moderna, facendo tesoro della lunga storia di questa insigne testata. La memoria del passato è feconda se diventa occasione per attingere a solide radici e guardare con speranza al futuro. Per portare a compimento la missione affidatavi la raccomandazione finale del Papa – occorre certo un’adeguata formazione tecnica e professionale, ma è necessario soprattutto che coltiviate incessantemente in voi uno spirito di preghiera, di servizio e di fedele adesione agli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa.Sir