Un appello alla comunità internazionale ad “occuparsi seriamente della povertà estrema” delle popolazioni del Sahel, “le cui condizioni di vita si vanno sempre più deteriorando”. Lo ha lanciato oggi Benedetto XVI, ricevendo in udienza i membri della Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, nata 28 anni fa per volontà di Giovanni Paolo II e sostenuta anche dalle Conferenze episcopali di Italia e Germania, per promuovere progetti contro la desertificazione nelle regioni africane del Sahel. “Sfortunamente ha osservato il Papa il Sahel è stato gravemente e nuovamente minacciato in questi ultimi mesi da una importante diminuzione delle risorse alimentari e dalla carestia, provocata dalla siccità e dall’avanzata del deserto”. L’appello alla comunità internazionale è unito “all’incoraggiamento e al sostegno” a “tutti gli organismi ecclesiali che operano in quest’ambito”. “La carità ha proseguito deve promuovere ogni nostra azione. Non si tratta di voler fare un mondo ‘su misura’, ma si tratta di amarlo. Per questo la Chiesa non ha come vocazione principale quella di trasformare l’ordine politico o di cambiare il tessuto sociale”. La Chiesa, ha puntualizzato, “vuole portare la luce di Cristo, che trasformerà tutto e tutti”.Il Papa ha osservato che spesso “l’Africa viene descritta in maniera riduttiva e umiliante, come il continente dei conflitti e dei problemi infiniti e insolubili”. “Al contrario ha sottolineato l’Africa che accoglie oggi la Buona novella è per la Chiesa il continente della speranza. Per noi, per voi, l’Africa è il continente del futuro”. La Fondatione Giovanni Paolo II per il Sahel, ha ricordato, “vuole manifestare la presenza del Papa presso I nostri fratelli africani che vivono nel Sahel”. L’esistenza di questa fondazione e dei suoi progetti contro la desertificazione, ha aggiunto, “dimostra la grande umanità del mio beato predecessore, che ne ha avuto l’intuizione”. Per continuare a portare avanti quest’opera Benedetto XVI ha consigliato alla fondazione di “rinnovarsi”, con l’aiuto del Pontificio Consiglio Cor Unum. Un rinnovamento che riguarda “in primo luogo la formazione cristiana e professionale delle persone che vi operano, perché rappresentano la voce del Papa in questa regione”. (Sir)