Vita Chiesa
BENEDETTO XVI, ANGELUS: TUTTA LA STORIA HA COME CENTRO CRISTO
Di ritorno da Frascati Benedetto XVI ha guidato la recita dell’Angelus da Castel Gandolfo. Acclamato dai fedeli, ha osservato: Vedo che mi avete perdonato il ritardo, ho celebrato la santa messa a Frascati e siamo stati in preghiera forse un po’ troppo a lungo e quindi siamo in ritardo. Ha quindi ricordato che oggi nel calendario liturgico è la memoria di San Bonaventura da Bagnoregio, francescano, dottore della Chiesa, successore di San Francesco d’Assisi alla guida dell’Ordine dei frati minori. Egli scrisse la prima biografia ufficiale del Poverello, e alla fine della vita fu anche vescovo di questa diocesi di Albano. Riprendendo il Vangelo di questa domenica, che presenta il primo invio in missione dei dodici apostoli da parte di Gesù, il Papa ha sottolineato che Francesco d’Assisi, dopo la sua conversione, praticò alla lettera questo Vangelo, diventando un testimone fedelissimo di Gesù; e associato in modo singolare al mistero della Croce, fu trasformato in un altro Cristo’, come proprio san Bonaventura lo presenta. D’altra parte, tutta la vita di san Bonaventura, come pure la sua teologia hanno quale centro ispiratore Gesù Cristo. Questa centralità di Cristo si trova nel celebre inno della Lettera di san Paolo agli Efesini. Questo inno paolino, ha posto in evidenza il Pontefice, contiene la visione della storia che san Bonaventura ha contribuito a diffondere nella Chiesa: tutta la storia ha come centro Cristo, il quale garantisce anche novità e rinnovamento ad ogni epoca. In Gesù Dio ha detto e dato tutto, ma poiché Egli è un tesoro inesauribile, lo Spirito Santo non finisce mai di rivelare e di attualizzare il suo mistero. Perciò l’opera di Cristo e della Chiesa non regredisce mai, ma sempre progredisce. Di qui l’invocazione a Maria Santissima, che domani celebreremo quale Vergine del Monte Carmelo, affinché ci aiuti, come san Francesco e san Bonaventura, a rispondere generosamente alla chiamata del Signore, per annunciare il suo Vangelo di salvezza con le parole e prima di tutto con la vita.
Nei saluti in varie lingue, in francese il Santo Padre ha sottolineato che il periodo estivo, oltre a offrirci una possibilità di riposo, può essere per ciascuno un momento favorevole per riflettere sulla propria vita e rendere il proprio cuore disponibile agli altri e a Dio. Di qui l’invito a essere vicini a tutti coloro che soffrono la solitudine e l’abbandono e a fare loro visita. Anche in slovacco ha invitato ad approfittare di questo periodo per il riposo e per ritemprare le forze del corpo e dello spirito. In spagnolo ha incoraggiato tutti i membri della Chiesa e in special modo i laici a rispondere con generosità e prontezza di cuore alla voce di Cristo, per unirsi più intimamente a Lui e collaborare con la sua missione salvifica. Un pensiero, in polacco, alla celebrazione domani della memoria liturgica della B.V. Maria del Monte Carmelo la Madre di Dio dello Scapolare. Il segno del personale affidamento a Lei lo scapolare lo portava e lo stimava tanto il beato Giovanni Paolo II ha detto Benedetto XVI -. A tutti i suoi connazionali in Polonia, nel mondo, a voi qui presenti oggi a Castel Gandolfo auguro che Maria, la più buona delle madri, vi avvolga con il suo manto nella lotta contro il male, interceda nella richiesta delle grazie, vi mostri le strade che conducono a Dio.