Noi cristiani non abbiamo ancora conseguito la mèta della piena unità, ma se ci lasciamo continuamente convertire dal Signore Gesù, vi giungeremo sicuramente. Con queste parole, pronunciate prima dell’Angelus di ieri, il Papa ha ricordato la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, culminata nella festa della conversione di S. Paolo, modello di ogni autentica conversione cristiana. Saulo ha spiegato Benedetto XVI – comprese che la sua salvezza non dipendeva dalle opere buone compiute secondo la legge, ma dal fatto che Gesù era morto anche per lui il persecutore ed era, ed è, risorto. Questa verità ribalta completamente il nostro modo di vivere. Anche per ciascuno di noi, ha proseguito il Papa, convertirsi significa credere che Gesù ha dato se stesso per me. Affidandomi alla potenza del suo perdono, lasciandomi prendere per mano da Lui, posso uscire dalle sabbie mobili dell’orgoglio e del peccato, della menzogna e della tristezza, dell’egoismo e di ogni falsa sicurezza, per conoscere e vivere la ricchezza del suo amore. Al termine di una settimana particolarmente importante anche sul piano ecumenico, Paolo ci indica l’atteggiamento spirituale adeguato per poter progredire nella via della comunione, ha concluso il Santo Padre, auspicando il dono di una vera conversione, perché quanto prima si realizzi l’anelito di Cristo: “Ut unum sint”. Ieri mattina, dopo l’Angelus , Benedetto XVI ha ricordato che ricorreva la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra, iniziata 55 anni fa da Raoul Follereau. La Chiesa ha detto il Pontefice – ha sempre un’attenzione particolare per le persone segnate da questa malattia, rallegrandosi per una recente Dichiarazione dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, a favore della tutela dei malati di lebbra e dei loro familiari. Benedetto XVI ha inoltre salutato con grande affetto i bambini e i ragazzi dell’Azione Cattolica di Roma, ringraziandoli per la loro fedeltà all’impegno per la pace. Con l’aiuto di Gesù siate sempre costruttori di pace a casa, a scuola, nello sport e dappertutto. I ragazzi dell’Ac erano accompagnati dal Vicario del Papa per la diocesi di Roma, card. Agostino Vallini, e a loro nome, Miriam una bimba di 9 anni di origine eritrea, accompagnata da Marco Valerio di 11 anni, si era rivolta a Benedetto XVI. Molti ragazzi, ha detto la piccola, cercano di soddisfare i loro desideri nel centro commerciale e si illudono di essere felici rincorrendo quel prodotto. Noi, ha aggiunto, richiamandosi alle parole del Papa,abbiamo scoperto che solo Gesù può soddisfare i nostri desideri. E’ poi stata la volta del volo di due colombe dalla finestra del Papa salutato da oltre 5000 ragazzi, dai loro genitori e dagli educatori dell’Azione cattolica di Roma.In quest’anno dedicato all’Apostolo delle genti, e nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, imploriamo il Signore affinché ci aiuti a raggiungere di nuovo la piena unità nel suo Corpo!: così Benedetto XVI ha salutato ieri, dopo la recita dell’Angelus, i pellegrini di lingua inglese. Richiamando il Messaggio per la 43ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, diffuso il 23 gennaio e dedicato alle nuove tecnologie, il Papa ha osservato che queste hanno reso Internet una risorsa di estrema importanza, specialmente per la cosiddetta generazione digitale’. Senza dubbio ha proseguito il Pontefice – un saggio utilizzo della tecnologia delle comunicazioni consente alle comunità di formarsi con modalità che promuovono la ricerca del vero, del bene e del bello, oltrepassando i confini geografici e le divisioni etniche. A tale fine, ha spiegato Benedetto XVI, il Vaticano ha lanciato una nuova iniziativa (You Tube) che renderà le informazioni e le notizie provenienti dalla Santa Sede prontamente accessibili sul world wide web. Di qui l’auspicio che tale iniziativa arricchisca un gran numero di persone, compresi coloro che non hanno ancora trovato risposta al loro anelito spirituale, attraverso la conoscenza e l’amore di Gesù Cristo di cui la Chiesa porta il messaggio fino ai confini della terra.Sir