Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: NON BASTA UN’APPARTENENZA FORMALE

“Cari fratelli e sorelle, vedete che la mano è liberata dal gesso, ma ancora un po’ pigra! Un po’ devo ancora rimanere a scuola di pazienza, ma andiamo avanti!”: lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XI, prima della preghiera mariana dell’Angelus a Castel Gandolfo, in riferimento al recente incidente al polso. Il Papa ha proseguito, poi, commentando il Vangelo della domenica, ricordando le parole che Gesù rivolge ai Dodici: “Volete andarvene anche voi?”. “Questa provocatoria domanda – ha spiegato il Santo Padre – non è diretta soltanto agli ascoltatori di allora, ma raggiunge i credenti e gli uomini di ogni epoca”. Anche oggi, infatti, “non pochi restano ‘scandalizzati’ davanti al paradosso della fede cristiana. L’insegnamento di Gesù sembra ‘duro’, troppo difficile da accogliere e da mettere in pratica”. C’è allora “chi lo rifiuta e abbandona Cristo; c’è chi cerca di ‘adattarne’ la parola alle mode dei tempi snaturandone il senso e il valore”. Ripentendo ancora la domanda di Gesù ai Dodici, il Papa ha osservato: “Quest’inquietante provocazione ci risuona nel cuore ed attende da ciascuno una risposta personale. Gesù infatti non si accontenta di un’appartenenza superficiale e formale, non gli è sufficiente una prima ed entusiastica adesione; occorre, al contrario, prendere parte per tutta la vita ‘al suo pensare e al suo volere’”.Seguire Gesù, ha chiarito Benedetto XVI, “riempie il cuore di gioia e dà senso pieno alla nostra esistenza, ma comporta difficoltà e rinunce perché molto spesso si deve andare controcorrente”. Alla domanda di Gesù, Pietro risponde a nome degli Apostoli: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. “Anche noi – ha sostenuto il Papa – possiamo ripetere la risposta di Pietro, consapevoli certo della nostra umana fragilità, ma fiduciosi nella potenza dello Spirito Santo, che si esprime e si manifesta nella comunione con Gesù”. “La fede – ha aggiunto – è dono di Dio all’uomo ed è, al tempo stesso, libero e totale affidamento dell’uomo a Dio; la fede è docile ascolto della parola del Signore, che è ‘lampada’ per i nostri passi e ‘luce’ sul nostro cammino. Se apriamo con fiducia il cuore a Cristo, se ci lasciamo conquistare da Lui, possiamo sperimentare anche noi, insieme al santo Curato d’Ars, che ‘la nostra sola felicità su questa terra è amare Dio e sapere che Lui ci ama’”. “Chiediamo – ha concluso – alla Vergine Maria di tenere sempre desta in noi questa fede impregnata di amore, che ha resa Lei, umile fanciulla di Nazaret, Madre di Dio e madre e modello di tutti i credenti”.Dopo l’Angelus, il Papa ha ricordato che ieri si è aperta a Rimini la XXX edizione del “Meeting per l’amicizia tra i popoli ”, che quest’anno ha come titolo “La conoscenza è sempre un avvenimento”: “Nel rivolgere un cordiale saluto a quanti prendono parte a questo significativo appuntamento, auguro che esso sia occasione propizia per comprendere che ‘Conoscere non è un atto solo materiale, perché … in ogni conoscenza e in ogni atto d’amore l’anima dell’uomo sperimenta un di più che assomiglia molto a un dono ricevuto, ad un’altezza a cui ci sentiamo elevati’”, ha detto Benedetto XVI citando l’enciclica “Caritas in Veritate”. Tra i saluti in diverse lingue, ai fedeli polacchi ha ha chiesto di pregare in quest’anno sacerdotale affinché i sacerdoti, sull’esempio di Pietro e degli Apostoli, “con la testimonianza della loro vita rafforzino quanti dubitano. Tutti sperimentino, grazie al loro ministero, il dono della conversione e del rinnovamento del cuore”. In italiano, ha salutato, infine, i Legionari di Cristo e i fedeli di Seriate partecipanti alla fiaccolata votiva partita da Marktl am Inn e giunta a Castel Gandolfo. “A tutti – ha concluso – auguro una Buona Domenica”.Sir