Il differente valore della persona e delle cose e l’invito a sperare in Dio sono stati al centro della riflessione del Papa alla recita dell’Angelus a Castelgandolfo. Abbiamo la certezza ha detto – che il Vangelo non è soltanto una comunicazione di cose che si possono sapere, ma è una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. La porta oscura del tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova”.Avere fiducia in Dio è capire il valore che ogni persona ha agli occhi di Dio. Non è ha spiegato il Papa lasciarsi andare al disimpegno. Gesù nel Vangelo di oggi attraverso tre parabole ha sottolineato Benedetto XVI – illustra come l’attesa del compimento della «beata speranza», la sua venuta, deve spingere ancora di più ad una vita intensa, ricca di opere buone: «Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma». E’ un invito ha commentato il Papa – ad usare le cose senza egoismo, sete di possesso o di dominio, ma secondo la logica di Dio, la logica dell’attenzione all’altro, la logica dell’amore.Benedetto XVI ha poi ricordato i Santi che la Chiesa celebra in questa settimana e che hanno impostato la loro vita proprio a partire da Dio e in vista di Dio: Oggi ha detto – ricordiamo san Domenico di Guzman fondatore, nel XIII secolo, dell’Ordine Domenicano, che svolge la missione di istruire la società sulle verità di fede, preparandosi con lo studio e la preghiera. Nella stessa epoca santa Chiara di Assisi, – di cui faremo memoria mercoledì -, proseguendo l’opera francescana, fonda l’Ordine delle Clarisse. Ricorderemo il 10 agosto il santo diacono Lorenzo, martire del III secolo, le cui reliquie sono venerate a Roma nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Infine, faremo memoria di altri due martiri del Novecento che hanno condiviso il medesimo destino ad Auschwitz. Il 9 agosto ricorderemo la santa carmelitana Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, e il 14 agosto il sacerdote francescano san Massimiliano Maria Kolbe, fondatore della Milizia di Maria Immacolata. Entrambi hanno attraversato l’oscuro tempo della Seconda Guerra Mondiale, senza perdere mai di vista la speranza, il Dio della vita e dell’amore.Dopo la recita della preghiera mariana, i saluti in varie lingue. In francese il ricordo di Abramo e Sara, modelli di credenti, esempio di come la fede feconda l’esistenza cristiana. In inglese l’invito a ricordare che tanto abbiamo ricevuto dalla bontà di Dio e tanto ci sarà richiesto di donare. In polacco un pensiero ai partecipanti al Pellegrinaggio a piedi di Cracovia, nonché al Pellegrinaggio accademico di Varsavia, i quali per la trentesima volta si incamminano verso quel santuario nazionale. Poi in italiano il saluto ai gruppi giovanili di Grumolo Pedemonte, San Martino di Lupari e Sondrio con l’auspico che le importanti esperienze formative di questi giorni possano portare abbondanti frutti spirituali. (Fonte: Radio Vaticana)