Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: NEI MAGI L’UNITA’ TRA INTELLIGENZA E FEDE

I Magi erano dei “sapienti, che scrutavano gli astri e conoscevano la storia dei popoli” ed erano “uomini di scienza in un senso ampio, che osservavano il cosmo ritenendolo quasi un grande libro pieno di segni e di messaggi divini per l’uomo”. Nell’Angelus celebrato ieri in occasione della Solennità dell’Epifania, Benedetto XVI si è soffermato sulle figure dei Magi il cui sapere “lungi dal ritenersi autosufficiente, era aperto ad ulteriori rivelazioni ed appelli divini”. “Non si vergognano di chiedere istruzioni ai capi religiosi dei Giudei”, ha sottolineato il Pontefice, sebbene avessero potuto dire “facciamo da soli, non abbiamo bisogno di nessuno, evitando, secondo la nostra mentalità odierna, ogni ‘contaminazione’ tra la scienza e la Parola di Dio”. Invece “i Magi ascoltano le profezie e le accolgono” e “appena si rimettono in cammino verso Betlemme, vedono nuovamente la stella, quasi a conferma di una perfetta armonia tra la ricerca umana e la Verità divina, un’armonia che riempì di gioia i loro cuori di autentici sapienti”. Di fronte a Cristo “avrebbero potuto rimanere delusi, anzi, scandalizzati”, ha proseguito il Santo Padre, invece “da veri sapienti, sono aperti al mistero che si manifesta in maniera sorprendente”.“L’unità tra intelligenza e fede” è confermata nei Magi dal fatto che “avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese (Mt 2,12)”. Per loro, ha precisato il Papa, “sarebbe stato naturale ritornare a Gerusalemme, nel palazzo di Erode e nel Tempio, per dare risonanza alla loro scoperta”; invece “i Magi, che hanno scelto come loro sovrano il Bambino, la custodiscono nel nascondimento” e “scompaiono nel silenzio” dopo aver scoperto “un nuovo volto di Dio, una nuova regalità: quella dell’amore”. L’augurio del Ponteice è quello di “essere autentici ricercatori della verità e di Dio, capaci di vivere sempre la profonda sintonia che c’è tra ragione e fede, scienza e rivelazione”. Dopo l’Angelus, Benedetto XVI ha ricordato la Giornata Missionaria dei Bambini (6 gennaio) che, promossa da Pio XII nel 1950, “educa i bambini a formarsi una mentalità aperta al mondo e ad essere solidali con i loro coetanei più disagiati”. In conclusione, il Santo Padre ha salutato “con affetto tutti i piccoli missionari presenti nei cinque continenti” incoraggiandoli “ad essere sempre testimoni di Gesù e annunciatori del suo Vangelo”.Sir