La ‘via’ della perfezione non consiste nel possedere qualità eccezionali: parlare lingue nuove, conoscere tutti i misteri, avere una fede prodigiosa o compiere gesti eroici, piuttosto nella carità agape cioè nell’amore autentico, quello che Dio ci ha rivelato in Gesù Cristo. Anzi, la carità è il dono più grande, che dà valore a tutti gli altri. Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI, prima di recitare l’Angelus da piazza San Pietro, commentando una delle pagine più belle del Nuovo Testamento e di tutta la Bibbia, il cosiddetto inno alla carità dell’apostolo Paolo. Alla fine ha sottolineato il Papa -, quando ci incontreremo faccia a faccia con Dio, tutti gli altri doni verranno meno; l’unico che rimarrà in eterno sarà la carità, perché Dio è amore e noi saremo simili a Lui, in comunione perfetta con Lui. Per ora, mentre siamo in questo mondo, la carità è il distintivo del cristiano. E’ la sintesi di tutta la sua vita: di ciò che crede e di ciò che fa. Per questo, ha chiarito il Santo Padre, all’inizio del suo pontificato, ha voluto dedicare la sua prima enciclica proprio al tema dell’amore: Deus caritas est. Questa enciclica ha ricordato – si compone di due parti, che corrispondono ai due aspetti della carità: il suo significato e quindi la sua attuazione pratica. L’amore ha aggiunto Benedetto XVI – è l’essenza di Dio stesso, è il senso della creazione e della storia, è la luce che dà bontà e bellezza all’esistenza di ogni uomo. Al tempo stesso, l’amore è, per così dire, lo ‘stile’ di Dio e dell’uomo credente, è il comportamento di chi, rispondendo all’amore di Dio, imposta la propria vita come dono di sé a Dio e al prossimo. In Gesù Cristo questi due aspetti formano una perfetta unità: Egli è l’Amore incarnato. Questo Amore ci è rivelato pienamente nel Cristo crocifisso. Il papa ha invitato a pensare ai santi, nei quali riconosciamo la varietà dei loro doni spirituali, e anche dei loro caratteri umani. Ma la vita di ognuno di essi è un inno alla carità, un cantico vivente all’amore di Dio!. Il Pontefice ha poi evidenziato come il 31 gennaio si ricordi in particolare san Giovanni Bosco, fondatore della Famiglia salesiana e patrono dei giovani. In questo Anno sacerdotale – ha concluso – vorrei invocare la sua intercessione affinché i sacerdoti siano sempre educatori e padri dei giovani; e perché, sperimentando questa carità pastorale, tanti giovani accolgano la chiamata a dare la vita per Cristo e per il Vangelo. Maria Ausiliatrice, modello di carità, ci ottenga queste grazie.Sir