La chiamata divina di Isaia; l’episodio evangelico della pesca miracolosa che vede Simon Pietro e gli altri discepoli gettare le reti, nonostante una notte infruttuosa, sulla parola di Gesù; la consapevolezza di Paolo di essere indegno di essere chiamato apostolo: è partita da questi tre spunti offerti dalla liturgia domenicale la riflessione di Benedetto XVI, ieri mattina, prima di guidare l’Angelus da piazza San Pietro. In queste tre esperienze ha detto il Papa – vediamo come l’incontro autentico con Dio porti l’uomo a riconoscere la propria povertà e inadeguatezza, il proprio limite e il proprio peccato. Ma, ha aggiunto il Pontefice, nonostante questa fragilità, il Signore, ricco di misericordia e di perdono, trasforma la vita dell’uomo e lo chiama a seguirlo. L’umiltà testimoniata da Isaia, da Pietro e da Paolo invita quanti hanno ricevuto il dono della vocazione divina a non concentrarsi sui propri limiti, ma a tenere lo sguardo fisso sul Signore e sulla sua sorprendente misericordia, per convertire il cuore, e continuare, con gioia, a ‘lasciare tutto’ per Lui. Egli, infatti, ha chiarito il Pontefice, non guarda ciò che è importante per l’uomo: ‘L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore’, e rende degli uomini poveri e deboli, ma che hanno fede in Lui, intrepidi apostoli e annunciatori della salvezza.In quest’Anno sacerdotale ha affermato Benedetto XVI -, preghiamo il Padrone della messe, perché mandi operai alla sua messe e perché quanti sentono l’invito del Signore a seguirlo, dopo il necessario discernimento, sappiano rispondergli con generosità, non confidando nelle proprie forze, ma aprendosi all’azione della sua grazia. In particolare ha sottolineato il Papa -, invito tutti i sacerdoti a ravvivare la loro generosa disponibilità a rispondere ogni giorno alla chiamata del Signore con la stessa umiltà e fede di Isaia, di Pietro e di Paolo. Infine, un’invocazione alla Vergine Santa nella quale il Santo Padre le ha affidato tutte le vocazioni, particolarmente quelle alla vita religiosa e sacerdotale. Maria susciti in ciascuno il desiderio di pronunciare il proprio ‘sì’ al Signore con gioia e dedizione piena.Sir