Uno speciale saluto alle migliaia di fedeli radunati a Milano, in piazza del Duomo, dove stamani è stata celebrata la liturgia di beatificazione del sacerdote Don Carlo Gnocchi. Lo ha rivolto, ieri mattina, Benedetto XVI, dopo la recita dell’Angelus dal sagrato della basilica di San Pietro. Don Gnocchi, ha ricordato il Papa, fu dapprima valido educatore di ragazzi e giovani. Nella seconda guerra mondiale divenne cappellano degli Alpini, con i quali fece la tragica ritirata di Russia, scampando alla morte per miracolo. Fu allora ha aggiunto il Pontefice – che progettò di dedicarsi interamente ad un’opera di carità. Così, nella Milano in ricostruzione, Don Gnocchi lavorò per ‘restaurare la persona umana’ raccogliendo i ragazzi orfani e mutilati e offrendo loro assistenza e formazione. Diede tutto se stesso fino alla fine, e morendo donò le cornee a due ragazzi ciechi. La sua opera, ha osservato il Santo Padre, ha continuato a svilupparsi ed oggi la Fondazione Don Gnocchi è all’avanguardia nella cura di persone di ogni età che necessitano di terapie riabilitative. Dopo aver rivolto un saluto al card. Tettamanzi, arcivescovo di Milano, ed essersi rallegrato con l’intera Chiesa ambrosiana, il Santo Padre ha detto: Faccio mio il motto di questa beatificazione: Accanto alla vita, sempre.Sir