Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: DIO CONSEGNA SE STESSO NELLE NOSTRE MANI

“Dio consegna se stesso nelle nostre mani, accetta di farsi mistero insondabile di debolezza e manifesta la sua onnipotenza nella fedeltà ad un disegno d’amore”. Lo ha detto oggi Benedetto XVI prima di recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.Ricordando il monito di Gesù, “particolarmente severo”, rivolto ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo, dopo la parabola dei contadini che uccidono prima i servi e poi il figlio del padrone della vigna, il Papa ha sottolineato: “Sono parole che fanno pensare alla grande responsabilità di chi, in ogni epoca, è chiamato a lavorare nella vigna del Signore, specialmente con ruolo di autorità, e spingono a rinnovare la piena fedeltà a Cristo”. Egli è “la pietra che i costruttori hanno scartato”, “perché l’hanno giudicato nemico della legge e pericoloso per l’ordine pubblico; ma Lui stesso, rifiutato e crocifisso, è risorto, diventando la ‘pietra d’angolo’ su cui possono poggiare con assoluta sicurezza le fondamenta di ogni esistenza umana e del mondo intero”. Di tale verità parla, appunto, “la parabola dei vignaioli infedeli, ai quali un uomo ha affidato la propria vigna, perché la coltivino e ne raccolgano i frutti. Il proprietario della vigna rappresenta Dio stesso, mentre la vigna simboleggia il suo popolo, come pure la vita che Egli ci dona affinché, con la sua grazia e il nostro impegno, operiamo il bene”.Il Pontefice ha, quindi, ripreso il commento di Sant’Agostino: “Dio ci coltiva come un campo per renderci migliori”. “Dio – ha evidenziato il Santo Padre – ha un progetto per i suoi amici, ma purtroppo la risposta dell’uomo è spesso orientata all’infedeltà, che si traduce in rifiuto. L’orgoglio e l’egoismo impediscono di riconoscere e di accogliere persino il dono più prezioso di Dio: il suo Figlio unigenito”. Eppure, “Dio consegna se stesso nelle nostre mani, accetta di farsi mistero insondabile di debolezza e manifesta la sua onnipotenza nella fedeltà ad un disegno d’amore che, alla fine, prevede però anche la giusta punizione per i malvagi”. “Saldamente ancorati nella fede alla pietra angolare che è Cristo – è stato l’invito di Benedetto XVI -, rimaniamo in Lui come il tralcio che non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite. Solamente in Lui, per Lui e con Lui si edifica la Chiesa, popolo della nuova Alleanza”. Il Papa ha ricordato quanto scritto in proposito da Paolo VI: “Il primo frutto dell’approfondita coscienza della Chiesa su se stessa è la rinnovata scoperta del suo vitale rapporto con Cristo. Notissima cosa, ma fondamentale, ma indispensabile, ma non mai abbastanza conosciuta, meditata, celebrata”. “Il Signore – ha sottolineato il Pontefice – è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali ‘Custodi’, cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione”. E gli Angeli, ha proseguito, “fanno corona all’Augusta Regina delle Vittorie, la Beata Vergine Maria del Rosario, che nella prima domenica di ottobre, proprio a quest’ora, dal Santuario di Pompei e dal mondo intero, accoglie la fervida Supplica, affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio”.Dopo l’Angelus, il Santo Padre ha ricordato che “nel pomeriggio di oggi, ad Ivrea, suor Antonia Maria Verna, fondatrice dell’Istituto delle Suore della Carità dell’Immacolata Concezione di Ivrea, verrà proclamata beata. Il rito sarà celebrato dal cardinale Tarcisio Bertone, mio segretario di Stato”. Benedetto XVI ha reso grazie a Dio “per la luminosa figura della nuova beata, vissuta tra XVIII e XIX secolo, modello di donna consacrata e di educatrice”. Poi il Papa ha fatto riferimento a un’iniziativa della diocesi romana: “Anche quest’anno all’inizio di ottobre, mese missionario, il Servizio di pastorale giovanile della diocesi di Roma promuove la missione chiamata ‘Gesù al Centro’. Assicuro la mia preghiera per questa iniziativa, che si rivolgerà in particolare ai numerosi ragazzi e ragazze che frequentano la zona di Ponte Milvio”.Nei saluti in varie lingue, il Pontefice in francese ha affermato: “In questi giorni di riavvio dell’Università vorrei invitare i professori attraverso l’insegnamento a trasmettere l’amore per la conoscenza e la verità”. “Educate i giovani a valori morali e spirituali autentici per aiutarli a trovare un senso per la loro vita”, ha proseguito. IN polacco, ha rivolto un saluto particolare “agli organizzatori e ai partecipanti al II Congresso Internazionale della Divina Misericordia, il quale in questi giorni si svolge a Cracovia-Lagiewniki”. “Attraverso la comune riflessione e la preghiera rafforzate la vostra fiducia nel Signore, affinché efficacemente portiate al mondo il lieto messaggio che ‘la Misericordia è fonte della speranza’”, ha sostenuto. In italiano ha incoraggiato “l’impegno delle istituzioni e delle associazioni di volontariato per l’abbattimento delle barriere architettoniche”. (Sir)