Che cosa significa per noi il Corpus Domini? È la domanda posta da Benedetto XVI, parlando ieri, prima della recita dell’Angelus da piazza San Pietro, della festa dell’Eucaristia, in cui il Sacramento del Corpo del Signore viene portato solennemente in processione, che si è celebrata ieri in diversi Paesi, tra i quali l’Italia. Questa festa, ha osservato il Papa, non fa pensare solo all’aspetto liturgico; in realtà, il Corpus Domini è un giorno che coinvolge la dimensione cosmica, il cielo e la terra. Evoca prima di tutto, almeno nel nostro emisfero, questa stagione così bella e profumata in cui la primavera volge ormai all’estate, il sole è forte nel cielo e nei campi matura il frumento. Le feste della Chiesa, come quelle ebraiche, ha ricordato il Pontefice, hanno a che fare con il ritmo dell’anno solare, della semina e del raccolto. In particolare, questo risalta nella solennità odierna, al cui centro sta il segno del pane, frutto della terra e del cielo. Perciò il pane eucaristico è il segno visibile di Colui nel quale cielo e terra, Dio e uomo sono diventati una cosa sola. E questo mostra che il rapporto con le stagioni non è per l’anno liturgico qualche cosa di meramente esteriore. Il Corpus Domini, secondo il Benedetto XVI, è una manifestazione di Dio, un’attestazione che Dio è amore. In un modo unico e peculiare, questa festa ci parla dell’amore divino, di ciò che è e di ciò che fa. Ci dice, ad esempio, che esso si rigenera nel donarsi, si riceve nel darsi, non viene meno e non si consuma come canta un inno di san Tommaso d’Aquino: ‘nec sumptus consumitur’. L’amore, ha proseguito il Papa, trasforma ogni cosa, e dunque si capisce che al centro dell’odierna festa del Corpus Domini ci sia il mistero della transustanziazione, segno di Gesù-Carità che trasforma il mondo. Guardando Lui e adorandoLo, noi diciamo: sì, l’amore esiste, e poiché esiste, le cose possono cambiare in meglio e noi possiamo sperare. È la speranza, ha chiarito, che proviene dall’amore di Cristo a darci la forza di vivere e di affrontare le difficoltà. Per questo cantiamo, mentre portiamo in processione il Santissimo Sacramento; cantiamo e lodiamo Dio che si è rivelato nascondendosi nel segno del pane spezzato. Di questo Pane abbiamo tutti bisogno, perché lungo e faticoso è il cammino verso la libertà, la giustizia e la pace. Impariamo da Maria, donna eucaristica come l’ha chiamata Giovanni Paolo II, a rinnovare continuamente la nostra comunione con il Corpo di Cristo, per amarci gli uni gli altri come Lui ha amato noi, ha concluso il Santo Padre.Sir