È necessaria una coordinata strategia per ricercare soluzioni globali durevoli di fronte alle ingiustizie che ci sono nel mondo. Lo ha detto, ieri, Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell’Angelus da piazza San Pietro. Nei giorni scorsi ha rilevato il Papa – l’attenzione di tutti si è rivolta al G8 che si è tenuto a L’Aquila, città tanto provata dal terremoto. Le problematiche in agenda erano talora drammaticamente urgenti. Ci sono nel mondo sperequazioni sociali ed ingiustizie strutturali non più tollerabili, che esigono, oltre a doverosi interventi immediati, una coordinata strategia per ricercare soluzioni globali durevoli. Durante il summit, ha aggiunto, i Capi di Stato e di Governo del G8 hanno ribadito la necessità di giungere ad accordi comuni al fine di assicurare all’umanità un futuro migliore. La Chiesa, ha chiarito il Santo Padre, non possiede soluzioni tecniche da presentare, ma, esperta in umanità, offre a tutti l’insegnamento della Sacra Scrittura sulla verità dell’uomo e annuncia il Vangelo dell’Amore e della giustizia. Per il Pontefice, occorre una nuova progettualità economica che ridisegni lo sviluppo in maniera globale, basandosi sul fondamento etico della responsabilità davanti a Dio e all’essere umano come creatura di Dio.Questo perché, ha evidenziato Benedetto XVI, richiamandosi all’enciclica Caritas in veritate (Enciclica Caritas in veritate), in una società in via di globalizzazione, il bene comune e l’impegno per esso non possono non assumere le dimensioni dell’intera famiglia umana. Già Paolo VI, nell’enciclica Populorum progressio, ha ricordato il Papa, aveva riconosciuto e indicato l’orizzonte mondiale della questione sociale. Proseguendo sulla medesima strada, anch’io ho avvertito il bisogno di dedicare la ‘Caritas in veritate’ a tale questione, che nel nostro tempo è diventata ‘radicalmente questione antropologica’, nel senso cioè che essa implica il modo stesso di concepire l’essere umano sempre più posto nelle mani dell’uomo stesso dalle moderne biotecnologie. Le soluzioni ai problemi attuali dell’umanità, secondo il Pontefice, non possono essere solo tecniche, ma devono tener conto di tutte le esigenze della persona, che è dotata di anima e corpo. Potrebbe infatti disegnare foschi scenari per il futuro dell’umanità l’assolutismo della tecnica, che trova la sua massima espressione in talune pratiche contrarie alla vita.Gli atti che non rispettano la vera dignità della persona, anche quando sembrano motivati da una ‘scelta di amore’, in realtà ha sottolineato Benedetto XVI – sono il frutto di una ‘concezione materiale e meccanicistica della vita umana’, che riduce l’amore senza verità a ‘un guscio vuoto da riempire arbitrariamente’ e può così comportare effetti negativi per lo sviluppo umano integrale. Per quanto sia complessa l’attuale situazione nel mondo, la Chiesa ha sostenuto il Papa – guarda al futuro con speranza e ricorda ai cristiani che ‘l’annuncio di Cristo è il primo e principale fattore di sviluppo’. Infine, l’invocazione alla Madre di Cristo: Ci ottenga la Vergine Maria di camminare sulla strada dello sviluppo con tutto il nostro cuore e la nostra intelligenza, ‘vale a dire con l’ardore della carità e la sapienza della verità’.Sir