Gesù ha dato senso alla nostra sofferenza, un senso che molti uomini e donne di ogni epoca hanno capito e fatto proprio, sperimentando serenità profonda anche nell’amarezza di dure prove fisiche e morali. Lo ha detto il Papa, che durante l’Angelus di ieri ha spiegato il senso del segreto messianico nel Vangelo di Marco, in virtù del quale Gesù non vuole che per il momento si sappia, al di fuori del gruppo ristretto dei discepoli, che Lui è il Cristo, il Figlio di Dio: di qui l’ammonimento a non rivelare a nessuno la sua identità. La croce di Cristo ha assicurato il Santo Padre sarà la rovina del demonio, ed è per questo che Gesù non smette di insegnare ai suoi discepoli che per entrare nella sua gloria deve patire molto, essere rifiutato, condannato e crocifisso, essendo la sofferenza parte integrante della sua missione. Gesù ha osservato Benedetto XVI non solo scaccia i demoni dalle persone, liberandole dalla peggiore schiavitù, ma impedisce ai demoni stessi di rivelare la sua identità, perché sa che per liberare l’umanità dal dominio del peccato, dovrà essere sacrificato sulla croce come vero Agnello pasquale. Il diavolo, da parte sua, cerca di distoglierlo per dirottarlo verso la logica umana di un Messia potente e pieno di successo, ma Gesù soffre e muore in croce per amore.Domani pomeriggio, al termine della Santa Messa presieduta dal Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, incontrerò nella Basilica di San Pietro i consacrati e le consacrate presenti a Roma. Invito tutti a ringraziare il Signore per il prezioso dono di questi fratelli e sorelle, e a domandare a Lui, per intercessione della Madonna, tante nuove vocazioni, nella varietà dei carismi di cui è ricca la Chiesa. Con queste parole, al termine dell’Angelus di ieri, il Papa ha citato la Giornata mondiale della vita consacrata, che si celebra oggi, festa liturgica della Presentazione di Gesù al Tempio. Quaranta giorni dopo la nascita di Gesù ha ricordato il Pontefice Maria e Giuseppe lo portarono a Gerusalemme, seguendo le prescrizioni della Legge di Mosè. Ogni primo nato, infatti, secondo le Scritture, apparteneva al Signore, e andava quindi riscattato con un sacrificio. In questo avvenimento ha proseguito il Santo Padre si manifesta la consacrazione di Gesù a Dio Padre e, legata ad essa, quella di Maria Vergine. Perciò il mio amato predecessore Giovanni Paolo II ha voluto che questa ricorrenza, in cui molte persone consacrate emettono o rinnovano i loro voti, diventasse Giornata della vita consacrata.Sir