Vita Chiesa

BENEDETTO XVI ALL’UDINZA GENERALE: EUSEBIO DI CESAREA E LA RICERCA STORICA «CRISTOCENTRICA»

“L’analisi storica non è mai fine a se stessa; piuttosto, essa punta decisamente alla conversione, e ad una autentica testimonianza di vita cristiana da parte dei fedeli”. Così Benedetto XVI durante la catechesi del mercoledì dedicata ad Eusebio, vescovo di Cesarea, “il primo storico del cristianesimo” e “il più grande filologo della Chiesa antica”. La sua figura, ha spiegato il Papa, e la cosiddetta “svolta costantiniana” costituiscono, nella storia del cristianesimo, quasi una ”cerniera” “fra i primi due secoli e quelli successivi al Concilio di Nicea del 325, il primo ecumenico”. Eusebio, nato a Cesarea intorno al 260, “partecipò con un ruolo di protagonista al Concilio di Nicea – ha proseguito il Pontefice -. Ne sottoscrisse il Credo e l’affermazione della piena divinità del Figlio di Dio, definito per questo “della stessa sostanza” del Padre (homooúsios tõ Patrí). “Nonostante l’importanza oggettiva delle sue opere apologetiche, esegetiche e dottrinali” ha quindi precisato il Papa, “la fama imperitura di Eusebio resta legata in primo luogo ai dieci libri della sua Storia Ecclesiastica, con i quali egli riuscì a salvare da sicuro oblìo numerosi eventi, personaggi e opere letterarie della Chiesa antica”.

“Una storia cristocentrica”: con queste parole Benedetto XVI,durante la catechesi del mercoledì,ha definito l’opera storiografica di Eusebio di Cesarea, che riconosce “che presso tutti gli uomini del mondo intero solo Gesù è detto, confessato,riconosciuto Cristo (cioè Messia e Salvatore del mondo)”. Di qui “l’intento morale che presiede al racconto” e “rimarrà costante nell’antica storiografia ecclesiastica”dove “l’analisi storica non è mai fine a se stessa; piuttosto, essa punta decisamente alla conversione, e ad una autentica testimonianza di vita cristiana da parte dei fedeli”. “In questo modo – per il Pontefice – Eusebio interpella vivacemente i credenti di ogni tempo riguardo al loro modo di accostarsi alle vicende della storia, e della Chiesa in particolare. Egli interpella anche noi: qual è il nostro atteggiamento nei confronti delle vicende della Chiesa? È l’atteggiamento di chi se ne interessa per una semplice curiosità, magari andando in cerca del sensazionale e dello scandalistico a ogni costo?”. Oppure “è l’atteggiamento pieno d’amore, e aperto al mistero, di chi sa – per fede – di poter rintracciare nella storia della Chiesa i segni dell’amore di Dio e le grandi opere della salvezza da lui compiute?”.

“Se questo è il nostro atteggiamento – osserva Benedetto XVI -, non possiamo non sentirci stimolati a una risposta più coerente e generosa, a una testimonianza più cristiana di vita”. “C’è un mistero”, non si stancava di ripetere quell’eminente studioso dei Padri che fu il Cardinale Jean Daniélou” ha proseguito il Papa: “un contenuto nascosto nella storia”, ovvero “il mistero delle opere di Dio che costituiscono nel tempo la realtà autentica, nascosta dietro le apparenze… Ma questa storia che Dio realizza per l’uomo, non la realizza senza di lui. Arrestarsi alla contemplazione delle grandi cose di Dio significherebbe vedere solo un aspetto delle cose. Di fronte ad esse sta la risposta degli uomini”. A tanti secoli di distanza, ha concluso il Pontefice, “anche oggi Eusebio di Cesarea invita i credenti a stupirsi, a contemplare nella storia le grandi opere di Dio per la salvezza degli uomini. E con altrettanta energia egli ci invita alla conversione della vita.

Dopo aver salutato, a conclusione della catechesi, i numerosi pellegrini provenienti da diverse parti del mondo, Benedetto XVI si è rivolto ai fedeli di lingua italiana. “La vostra presenza sul territorio nazionale ha promosso in questi anni i valori della vita, della gratuità e della solidarietà” ha detto ai rappresentanti dell’Associazione Volontari italiani Sangue ,che ricorda l’80° anniversario di fondazione, esortandoli a continuare “questo vostro importante servizio al prossimo”. Rivolgendosi quindi ai rappresentanti del Gris, “saluto altresì voi, cari membri del Gruppo Ricerca e Informazione Socio-Religiosa – ha detto il Papa – e mi compiaccio per il vostro impegno ecclesiale, teso a presentare ai cristiani i pericoli connessi con la diffusione delle sette e dei movimenti religiosi alternativi”. Il pensiero di Benedetto XVI è andato anche ai giovani,in particolare a quelli che stanno per affrontare gli esami: ”Vi aiuti il Signore – ha auspicato – a vivere questo periodo con serenità e a sperimentare la sua protezione”.

Sir