Vita Chiesa
BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS: SULLA VITA E’ IN ATTO UN CONFLITTO DI CULTURE
Il conflitto di culture che si manifesta tra chi pensa che la vita, alla fine, sia nella disponibilità dell’uomo e chi, invece, riconosce che essa è nelle mani di Dio motiva la missione essenziale della Chiesa: annunciare il Dio della vita. Questo è stato l’argomento del quale Benedetto XVI ha parlato, oggi, per due volte: la prima durante la visita compiuta stamattina nella parrocchia di Sant’Anna e poi prima della recita dell’Angelus, di fronte a circa 40mila persone.
A dare occasione al Papa, la celebrazione, in Italia, della Giornata della vita, per la quale sono stati presenti in piazza San Pietro anche numerosi esponenti dei movimenti cattolici impegnati su tale fronte, guidati dal presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Camillo Ruini.
La proclamazione del diritto alla vita, che comporta il rispetto per la vita umana in ogni sua fase, è stato affrontato da Benedetto anche citando due encicliche: l’ Evangelium vitae, di Giovanni Paolo II, definita un’autentica pietra miliare nel magistero della Chiesa e la sua Deus caritas est, alla luce della quale ha sottolineato l’importanza del servizio della carità per il sostegno e la promozione della vita umana. Al riguardo, – ha aggiunto – prima ancora delle iniziative operative, è fondamentale promuovere un giusto atteggiamento verso l’altro: la cultura della vita è in effetti basata sull’attenzione agli altri, senza esclusioni o discriminazioni. Ogni vita umana, in quanto tale ha sottolineato – merita ed esige di essere sempre difesa e promossa. Sappiamo bene che questa verità rischia di essere spesso contraddetta dall’edonismo diffuso nelle cosiddette società del benessere: la vita viene esaltata finché è piacevole, ma si tende a non rispettarla più quando è malata o menomata. Partendo invece dall’amore profondo per ogni persona, è possibile mettere in atto forme efficaci di servizio alla vita: a quella nascente come a quella segnata dalla marginalità o dalla sofferenza, specialmente nella sua fase terminale.
Già questa mattina nella visita che ha compiuto alla parrocchia del Vaticano”, come viene chiamata la parrocchia di Sant’Anna che dà nome ad uno degli ingressi del piccolo Stato, all’interno del quale è collocata, aveva parlato della Giornata, partendo dall’affermazione che la missione di Gesù è stata quella di sanare radicalmente e completamente l’umanità. Una notizia così bella ha aggiunto – non può essere nascosta, ma chiede di essere proclamata. In questo contesto si colloca bene l’esclamazione dell’apostolo Paolo, nella seconda Lettura: Guai a me se non predicassi il Vangelo! (1 Cor 9,16). Questa, cari fratelli e sorelle ha aggiunto – è la vocazione e la missione della Chiesa: annunciare al mondo che Dio è amore e ama la vita e ha vinto, in Cristo, il peccato e la morte, liberando l’uomo dalla schiavitù del male in ogni sua manifestazione, fisica, psichica e spirituale.