Vita Chiesa

BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS: SENTIMENTI DI STIMA E AMICIZIA PER IL POPOLO TURCO

“Qual è la ‘verità’ che Cristo è venuto a testimoniare nel mondo?”. Questa domanda l’ha posta, ieri, Benedetto XVI, prima di recitare la preghiera dell’Angelus da piazza S. Pietro, in occasione della solennità di Cristo Re. “L’intera sua esistenza – ha chiarito il Papa – rivela che Dio è amore: è questa dunque la verità a cui Egli ha reso piena testimonianza con il sacrificio della sua stessa vita sul Calvario. La Croce è il ‘trono’ dal quale ha manifestato la sublime regalità di Dio Amore”. La via per giungere al Regno di Dio, ha aggiunto il Santo Padre, “è lunga e non ammette scorciatoie: occorre infatti che ogni persona liberamente accolga la verità dell’amore di Dio. Egli è Amore e Verità, e sia l’amore che la verità non si impongono mai: bussano alla porta del cuore e della mente e, dove possono entrare, apportano pace e gioia”. Questo, ha evidenziato Benedetto XVI, “è il modo di regnare di Dio; questo il suo progetto di salvezza, un ‘mistero’ nel senso biblico del termine, cioè un disegno che si rivela a poco a poco nella storia”. Alla regalità di Cristo, ha concluso il Papa, “è stata associata in modo singolarissimo la Vergine Maria”, che corrispose alla chiamata di Dio “con tutta se stessa, unendo il suo ‘sì’ incondizionato a quello del Figlio Gesù e facendosi con Lui obbediente fino al sacrificio”. Al termine dell’Angelus, Benedetto XVI ha inviato “un saluto cordiale al caro Popolo turco, ricco di storia e di cultura”, esprimendo “sentimenti di stima e di sincera amicizia” a tale “Popolo e ai suoi rappresentanti”, in occasione della visita in Turchia. “Con viva emozione – ha aggiunto il Papa – attendo di incontrare la piccola comunità cattolica, che mi è sempre presente nel cuore, e di unirmi fraternamente alla Chiesa Ortodossa, in occasione della festa dell’apostolo sant’Andrea”. Con “fiducia”, ha spiegato il Santo Padre, “mi pongo sulle orme dei miei venerati predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II; ed invoco la celeste protezione del beato Giovanni XXIII”, per dieci anni delegato apostolico in Turchia. “A tutti voi – ha continuato – domando di accompagnarmi con la preghiera, perché questo pellegrinaggio possa portare tutti i frutti che Dio desidera”. Ricordando, poi, che il 1° dicembre ricorre la Giornata Mondiale contro l’aids, il Papa, oltre ad incoraggiare “le molteplici iniziative che la Chiesa sostiene in tale campo”, ha auspicato che “tale circostanza favorisca un’accresciuta responsabilità nella cura della malattia, insieme all’impegno di evitare ogni discriminazione nei confronti di quanti ne sono colpiti”. Sir