Vita Chiesa

BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS: L’ETERNITÀ GIÀ PRESENTE NELLA VITA TERRENA

L’uomo moderno aspetta ancora la vita eterna, “o ritiene che essa appartenga a una mitologia ormai superata?”: la domanda l’ha posta, ieri mattina, Benedetto XVI riflettendo sulla solennità di Tutti i Santi e la commemorazione dei defunti, prima di introdurre la preghiera dell’Angelus. “In questo nostro tempo, più che nel passato, si è talmente assorbiti dalle cose terrene – ha osservato il Papa – che talora riesce difficile pensare a Dio come protagonista della storia e della nostra stessa vita”. L’esistenza umana però, per sua natura, ha aggiunto il Santo Padre, “è protesa a qualcosa di più grande, che la trascenda; è insopprimibile nell’essere umano l’anelito alla giustizia, alla verità, alla felicità piena”. Inoltre, “dinanzi all’enigma della morte, sono vivi in molti il desiderio e la speranza di ritrovare nell’aldilà i propri cari”, come pure è forte “la convinzione di un giudizio finale che ristabilisca la giustizia, l’attesa di un definitivo confronto in cui a ciascuno sia dato quanto gli è dovuto”. “Vita eterna”, ha poi chiarito il Papa, per noi cristiani indica “una nuova qualità di esistenza, pienamente immersa nell’amore di Dio, che libera dal male e dalla morte e ci pone in comunione senza fine con tutti i fratelli e le sorelle che partecipano dello stesso Amore”. “L’eternità – ha precisato il Papa – può essere già presente al centro della vita terrena e temporale, quando l’anima, mediante la grazia, è congiunta a Dio”. Tutto passa, “solo Dio non muta” e quindi “tutti i cristiani, chiamati alla santità, sono uomini e donne che vivono saldamente ancorati a questa ‘Roccia’; hanno i piedi sulla terra, ma il cuore già nel Cielo, definitiva dimora degli amici di Dio”. Ed è proprio “il nostro ultimo e definitivo destino” a dare “senso alle situazioni quotidiane”. Benedetto XVI ha anche invitato a lasciarsi “attrarre” dai santi “verso la meta della nostra esistenza: l’incontro faccia a faccia con Dio” ed a pregare che “questa sia l’eredità di tutti i fedeli defunti”. “La Vergine Maria, Regina di Tutti i Santi – ha concluso Benedetto XVI -, ci guidi a scegliere in ogni momento la vita eterna, la ‘vita del mondo che verrà’, come diciamo nel Credo; un mondo già inaugurato dalla risurrezione di Cristo, e di cui possiamo affrettare l’avvento con la nostra conversione sincera e le opere di carità”. Dopo l’Angelus, il Papa ha salutato “con affetto” il gruppo che ha portato a Roma, dopo Tagaste (Algeria), Ippona, Tunisi e Malta, Ostia, la “Fiaccola del dialogo”, simbolo di fede e di pace, su iniziativa dell’Ordine Agostiniano.Sir