Vita Chiesa

BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS: «LA CONVERSIONE PERMETTE DI VINCERE IL MALE CON IL BENE»

“La conversione vince il male nella sua radice che è il peccato”. Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI, prima di guidare la recita dell’Angelus da piazza S. Pietro. Lo spunto della riflessione del Papa è venuto dalla pagina del Vangelo di Luca, proclamata ieri, in cui Gesù commenta due fatti di cronaca: la rivolta di alcuni Galilei, repressa da Pilato nel sangue, e il crollo di una torre a Gerusalemme, con diciotto vittime. “Secondo la mentalità del tempo – ha spiegato il Santo Padre – la gente era portata a pensare che la disgrazia si fosse abbattuta sulle vittime a motivo di qualche loro grave colpa”. Gesù invece fa capire che non è così, concludendo: “se non vi convertite, perirete tutti nello stesso modo”. “Ecco – ha osservato Benedetto XVI – il punto al quale Gesù vuole portare i suoi ascoltatori: la necessità della conversione. Non la propone in termini moralistici, bensì realistici, come l’unica risposta adeguata ad accadimenti che mettono in crisi le certezze umane”. Di fronte a certe disgrazie “non serve scaricare la colpa sulle vittime. Vera saggezza è piuttosto lasciarsi interpellare dalla precarietà dell’esistenza e assumere un atteggiamento di responsabilità: fare penitenza e migliorare la nostra vita”. Questa è “sapienza, questa è la risposta più efficace al male, ad ogni livello, interpersonale, sociale e internazionale”.

“Cristo – ha continuato il Papa – invita a rispondere al male prima di tutto con un serio esame di coscienza e con l’impegno a purificare la propria vita. Altrimenti – dice – periremo, periremo tutti nello stesso modo”. In effetti, ha osservato Benedetto XVI, “le persone e le società che vivono senza mai mettersi in discussione hanno come unico destino finale la rovina. La conversione, invece, pur non preservando dai problemi e dalle sventure, permette di affrontarli in ‘modo’ diverso. Anzitutto aiuta a prevenire il male, disinnescando certe sue minacce”. In ogni caso, “permette di vincere il male con il bene, se non sempre sul piano dei fatti – che a volte sono indipendenti dalla nostra volontà – certamente su quello spirituale”. In sintesi, ha spiegato il Santo Padre, “la conversione vince il male nella sua radice che è il peccato, anche se non sempre può evitarne le conseguenze”.

Il Papa si è rivolto, quindi, a Maria Santissima “affinché aiuti ogni cristiano a riscoprire la grandezza, direi la bellezza della conversione. Ci aiuti a comprendere che fare penitenza e correggere la propria condotta non è semplice moralismo, ma la via più efficace per cambiare in meglio se stessi e la società”. “Lo esprime molto bene – ha concluso Benedetto XVI – una felice sentenza: Accendere un fiammifero vale più che maledire l’oscurità”.Sir