Stima e considerazione per il grande patrimonio spirituale e culturale della nazione macedone e l’augurio che possa far parte dell’Europa unita, in una condizione di accettazione dei relativi diritti e doveri e nel reciproco rispetto di istanze collettive e di valori tradizionali dei singoli popoli. E’ quanto ha auspicato Benedetto XVI che oggi ha incontrato Gioko Gjorgjevski, ambasciatore dell’Ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia, per presentazione delle lettere credenziali. Superata la tragica stagione dell’ultima guerra mondiale, dopo la triste esperienza di un totalitarismo negatore dei diritti fondamentali della persona umana, il Popolo macedone ha detto il Pontefice – è incamminato verso un armonico progresso, dando prova di pazienza, disponibilità al sacrificio e perseverante ottimismo, tenacemente proteso alla creazione di un avvenire migliore per tutti i suoi abitanti. Uno stabile sviluppo sociale ed economico non può non tener conto delle esigenze culturali, sociali e spirituali della gente, come pure deve valorizzare le tradizioni e le risorse popolari più nobili.Nel ricordare la lunga e luminosa tradizione cristiana risalente ai tempi apostolici della Macedonia, Benedetto XVI ha auspicato che in un contesto globale di relativismo morale e di scarso interesse per l’esperienza religiosa, nel quale si muove spesso una parte della società europea, i cittadini macedoni sappiano operare un saggio discernimento nell’aprirsi ai nuovi orizzonti di autentica civiltà e di vero umanesimo. Per fare questo, occorre mantenere vivi e saldi, a livello personale e comunitario, quei principi che stanno alla base anche della civiltà di codesto Popolo: l’attaccamento alla famiglia, la difesa della vita umana, la promozione delle esigenze religiose specialmente dei giovani. Da parte sua, ha concluso il Papa, la Chiesa cattolica in Macedonia, desidera offrire il suo sincero contributo nella costruzione di una società più giusta e solidale, basata sui valori cristiani che hanno fecondato le coscienze dei suoi abitanti.Sir