Totalmente inaccettabile. La visita apostolica di Benedetto XVI in Israele, è cominciata con una condanna dell’antisemitismo ed un pensiero all’Olocausto. Giunto a Tel Aviv, proveniente da Amman, il Papa nel suo primo discorso (testo integrale), presso l’aeroporto Ben Gurion, ha ricordato come la Santa Sede e lo Stato di Israele condividono molti valori, primo fra tutti l’impegno di riservare alla religione il suo legittimo posto nella vita della società ed affermato che quando la dimensione religiosa della persona umana viene negata o posta ai margini, viene messo in pericolo il fondamento stesso di una corretta comprensione dei diritti umani inalienabili. Tragicamente, il popolo ebraico ha sperimentato le terribili conseguenze di ideologie che negano la fondamentale dignità di ogni persona umana – ha detto il Papa – è giusto e conveniente che, durante la mia permanenza in Israele, io abbia l’opportunità di onorare la memoria dei sei milioni di Ebrei vittime della Shoah, e di pregare affinché l’umanità non abbia mai più ad essere testimone di un crimine di simile enormità. Sfortunatamente, l’antisemitismo continua a sollevare la sua ripugnante testa in molte parti del mondo. Questo è totalmente inaccettabile. Ogni sforzo deve essere fatto per combattere l’antisemitismo dovunque si trovi, e per promuovere il rispetto e la stima verso gli appartenenti ad ogni popolo, razza, lingua e nazione in tutto il mondo. Supplico quanti sono investiti di responsabilità ad esplorare ogni possibile via per la ricerca di una soluzione giusta alle enormi difficoltà, così che ambedue i popoli possano vivere in pace in una patria che sia la loro, all’interno di confini sicuri ed internazionalmente riconosciuti. Con queste parole, pronunciate nel suo primo discorso in terra israeliana, presso l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, Benedetto XVI ha posto l’accento sul tema della pace: vengo per pregare nei luoghi santi, a pregare in modo speciale per la pace pace qui nella Terra Santa e in tutto il mondo. Per il Papa è del tutto evidente che per decenni la pace ha tragicamente eluso gli abitanti di questa terra santa. Gli occhi del mondo sono sui popoli di questa regione, mentre essi lottano per giungere ad una soluzione giusta e duratura dei conflitti che hanno causato tante sofferenze. Le speranze per un futuro più sicuro e più stabile dipendono dall’esito dei negoziati di pace fra Israeliani e Palestinesi. A tale riguardo, ha invocato un clima di maggiore fiducia, che renda capaci le parti di compiere progressi reali lungo la strada verso la pace e la stabilità. Benedetto XVI ha inoltre auspicato che i pellegrini ai luoghi santi abbiano la possibilità di accedervi liberamente e senza restrizioni e di promuovere il degno mantenimento degli edifici di culto.L’importanza della famiglia anche per sanare le divisioni interne alla società e tra gli uomini. E’ il particolare Messaggio che Benedetto XVI ha rivolto oggi, al suo arrivo a Tel Aviv, primo momento della sua tappa israeliana, ai vescovi e ai fedeli cattolici di Terra Santa. La famiglia è la prima ed indispensabile maestra di pace ha detto il Papa – e pertanto ha un ruolo vitale da svolgere nel sanare le divisioni presenti nella società umana ad ogni livello. Alle comunità cristiane della Terra Santa dico: attraverso la vostra fedele testimonianza a Colui che predicò il perdono e la riconciliazione, attraverso il vostro impegno a difendere la sacralità di ogni vita umana, potrete recare un particolare contributo perché terminino le ostilità che per tanto tempo hanno afflitto questa terra. Prego che la vostra continua presenza in Israele e nei Territori Palestinesi porti molto frutto nel promuovere la pace e il rispetto reciproco fra tutte le genti che vivono nelle terre della Bibbia. Il 14 maggio, a Nazareth, Benedetto XVI concluderà le celebrazioni dell’Anno della Famiglia indetto in Terra Santa.Sir