Il Papa ha nel cuore il Cile, soprattutto dopo il terribile terremoto sofferto da poco né si dimentica i minatori della regione di Atacama e i loro cari per cui prega con fervore. Lo ha detto Benedetto XVI, stamattina, nel discorso in occasione della presentazione delle credenziali di Fernando Zegers Santa Cruz, nuovo ambasciatore del Cile presso la Santa Sede. Voglio mettere in risalto e apprezzare l’unità del popolo cileno di fronte alle disgrazie, la sua risposta così generosa e solidale quando la sofferenza aumenta, così come lo sforzo immenso che la Chiesa cattolica in Cile, di cui molte comunità pure sono state duramente provate dal sisma, sta realizzando per cercare di aiutare coloro che più ne hanno bisogno. Il bicentenario dell’indipendenza del Cile ha offerto al Pontefice anche l’occasione per ricordare il ruolo della Chiesa negli avvenimenti più significativi del Paese, così come nel consolidamento di un’identità nazionale propria, profondamente segnata dal sentimento cattolico. Sono molti i frutti ha ricordato il Santo Padre che il Vangelo ha prodotto in questa terra benedetta. Frutti abbondanti di santità, carità, promozione umana, di ricerca costante della pace e la convivenza.In particolare, il Papa ha ricordato la celebrazione lo scorso anno del 25° anniversario della firma del Trattato di pace e amicizia con l’Argentina, che, con la mediazione pontificia, mise fine alla controversia tra i due Paesi. Quest’accordo storico ha sottolineato Benedetto XVI rimarrà per le generazioni future come un esempio luminoso del bene immenso che la pace porta con sé, così come l’importanza di conservare e promuovere quei valori morali e religiosi che costituiscono il tessuto più intimo dell’animo di un popolo. D’altra parte, secondo il Pontefice, non si può comprendere il trionfo di questo anelito di pace, concordia e accordo, se non si tiene presente la profondità di questi sentimenti che radicò il seme del Vangelo nel cuore dei cileni. Perciò, è importante, specialmente oggi di fronte a tante sfide che minacciano la propria identità culturale, favorire soprattutto tra i più giovani un sano orgoglio, una rinnovata stima e rivalutazione della propria fede, storia, cultura, tradizioni e ricchezza artistica, e di quello che costituisce il migliore e più ricco patrimonio spirituale e umano del Cile. Ribadendo l’autonomia reciproca di Chiesa e Stato, il Santo Padre ha evidenziato come gli interventi della Chiesa di fronte ai problemi e alle sfide attuali (guerre, fame, povertà, difesa della vita, matrimonio) sono per il bene di tutta la società.