Vita Chiesa

BENEDETTO XVI AL CAMMINO NEOCATECUMENALE: RAVVIVARE INIZIAZIONE CRISTIANA

“Da oltre quarant’anni il Cammino Neocatecumenale contribuisce a ravvivare e consolidare nelle diocesi e nelle parrocchie l’Iniziazione cristiana, favorendo una graduale e radicale riscoperta delle ricchezze del Battesimo, aiutando ad assaporare la vita divina, la vita celeste che il Signore ha inaugurato con la sua incarnazione, venendo in mezzo a noi, nascendo come uno di noi”: con queste parole il Papa Benedetto XVI si è rivolto stamane in Vaticano agli esponenti del Cammino Neocatecumenale, guidati da Kiko Argüello, Carmen Hernández e don Mario Pezzi, ricevuti in udienza in diverse migliaia, tra cui oltre duemila seminaristi. Il Papa ha subito definito il “Cammino” come un “dono di Dio per la sua Chiesa” che “si pone ‘al servizio del Vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell’iniziazione cristiana e dell’educazione permanente nella fede’” (Statuto, art. 1 § 2). Tale servizio, come vi ricordava il mio predecessore, il Servo di Dio Paolo VI, nel primo incontro avuto con voi nel 1974, ‘potrà rinnovare nelle odierne comunità cristiane quegli effetti di maturità e di approfondimento, che nella Chiesa primitiva erano realizzati dal periodo di preparazione al battesimo’”. Dopo aver ricordato la recente approvazione dello Statuto del Cammino Neocatecumenale (2008), Benedetto XVI ha affermato: “Un altro passo significativo si è compiuto in questi giorni, con l’approvazione, ad opera dei competenti Dicasteri della Santa Sede, del ‘Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale’. Con questi sigilli ecclesiali, il Signore conferma oggi e vi affida nuovamente questo strumento prezioso che è il Cammino, in modo che possiate, in filiale obbedienza alla Santa Sede e ai Pastori della Chiesa, contribuire, con nuovo slancio e ardore, alla riscoperta radicale e gioiosa del dono del Battesimo ed offrire il vostro originale contributo alla causa della nuova evangelizzazione. La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino Neocatecumenale un particolare dono suscitato dallo Spirito Santo: come tale, esso tende naturalmente ad inserirsi nella grande armonia del Corpo ecclesiale”. Benedetto XVI ha quindi fatto riferimento alle oltre 200 famiglie del movimento che “si sono rese disponibili con grande generosità e partono per la missione, unendosi idealmente alle circa 600 che già operano nei cinque continenti” e ha aggiunto che invierà “13 nuovo ‘missiones ad gentes’, che saranno chiamate a realizzare una nuova presenza ecclesiale in ambienti molto secolarizzati di vari Paesi”. Nella parte conclusiva del suo discorso, Benedetto XVI si è rivolto agli oltre duemila seminaristi provenienti dai Seminari diocesani “Redemptoris Mater” d’Europa, presenti all’udienza, parlando di loro come “un segno speciale ed eloquente dei frutti di bene che possono nascere dalla riscoperta della grazia del proprio Battesimo”. Ha quindi salutato anche i catechisti itineranti e quelli delle Comunità neocatecumenali di Roma e del Lazio e, – ha detto – “con affetto speciale, le ‘communitates in missionem’. Avete abbandonato, per così dire, le sicurezze delle vostre comunità di origine per andare in luoghi più lontani e scomodi, accettando di essere inviati per aiutare parrocchie in difficoltà e per ricercare la pecora perduta e riportarla all’ovile di Cristo. Nelle sofferenze o aridità che potete sperimentare, sentitevi uniti alla sofferenza di Cristo sulla croce, e al suo desiderio di raggiungere tanti fratelli lontani dalla fede e dalla verità, per riportarli alla casa del Padre”. Ha quindi concluso ricordando che “tutto il Popolo di Dio è un popolo ‘inviato’ e l’annuncio del Vangelo è un impegno di tutti i cristiani, come conseguenza del Battesimo”.Sir