Vita Chiesa

BENEDETTO XVI AI VESCOVI ITALIANI: IN ATTO UNA VERA E PROPRIA EMERGENZA EDUCATIVA

In Italia è in atto “una vera e propria emergenza educativa”. Si è aperto con un pensiero forte sui giovani il discorso che questa mattina papa Benedetto XVI ha rivolto all’episcopato italiano, riunito dal 26 al 30 maggio in Vaticano per la 58a Assemblea generale (testo integrale). “Quando – ha detto il Papa – in una società e in una cultura segnate da un relativismo pervasivo e non di rado aggressivo, sembrano venir meno le certezze basilari, i valori e le speranze che danno un senso alla vita, si diffonde facilmente, tra i genitori come tra gli insegnanti, la tentazione di rinunciare al proprio compito”. “Così – ha proseguito il Papa – i fanciulli, gli adolescenti e i giovani, pur circondati da molte attenzioni e tenuti forse eccessivamente al riparo dalle prove e dalle difficoltà della vita, si sentono alla fine lasciati soli davanti alle grandi domande che nascono inevitabilmente dentro di loro, come davanti alle attese e alle sfide che sentono incombere sul loro futuro”.

Per la comunità cristiana – ha detto il Papa – si tratta anche di “fare i conti” con una cultura che “mette Dio tra parentesi e che scoraggia ogni scelta davvero impegnativa e in particolare le scelte definitive, per privilegiare invece, nei diversi ambiti della vita, l’affermazione di se stessi e le soddisfazioni immediate”. Benedetto XVI ha quindi chiesto all’episcopato italiano di “accogliere con gioia” le “forze nuove” rappresentante dai carismi, di sostenere le “molte forme e occasioni di incontro con il mondo giovanile” promosse nelle parrocchie, negli oratori e nelle scuole” e di curare “i rapporti personali”. Poi lo sguardo del Santo Padre si rivolge alla Giornata mondiale della gioventù di Sidney dove – ha detto – “saranno presenti anche molti giovani italiani”. “Questi appuntamenti – ha ricordato il Papa – aiutano a respirare a pieni polmoni l’universalità della Chiesa e la fraternità che deve unire tutte le Nazioni”. Il Papa ha fatto cenno anche alla scuola cattolica, dicendo: “In uno Stato democratico, che si onora di promuovere la libera iniziativa in ogni campo, non sembra giustificarsi l’esclusione di un adeguato sostegno all’impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico”.

“L’Italia ha bisogno di uscire da un periodo difficile”. Lo ha detto Papa Benedetto XVI, parlando della situazione complessiva del Paese ai vescovi italiani. In questo ultimo periodo, ha dunque osservato il Santo Padre “è sembrato affievolirsi il dinamismo economico e sociale, è diminuita la fiducia nel futuro ed è cresciuto invece il senso di insicurezza per le condizioni di povertà di tante famiglie, con la conseguente tendenza di ciascuno a rinchiudersi nel proprio particolare”. In questo quadro, il Papa ha sottolineato la presenza di segnali di speranza: “E’ proprio per la consapevolezza di questo contesto – ha detto – che avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo. Esso è legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione”. Poi un avvertimento: “Questo clima ha bisogno di consolidarsi e potrebbe presto svanire, se non trovasse riscontro in qualche risultato concreto”.

I vescovi non possono “non dare” il loro “specifico contributo” affinché “l’Italia conosca una stagione di progresso e di concordia, mettendo a frutto quelle energie e quegli impulsi che scaturiscono dalla sua grande storia cristiana”. A chiederlo è papa Benedetto XVI nel suo discorso tenuto questa mattina ai vescovi italiani riuniti in Assemblea. “Nel quadro di una laicità sana e ben compresa – ha detto il Papa -, occorre pertanto resistere ad ogni tendenza a considerare la religione, e in particolare il cristianesimo, come un fatto soltanto privato: le prospettive che nascono dalla nostra fede possono offrire invece un contributo fondamentale al chiarimento e alla soluzione dei maggiori problemi sociali e morali dell’Italia e dell’Europa di oggi”.

Famiglia, tutela della vita, lotta alla povertà. Questi i campi di intervento e di impegno sottolineati dal Santo Padre nel suo discorso ai vescovi italiani. Il primo è la questione relativa alla “famiglia fondata sul matrimonio” affinchè – ha detto il Papa – si affermi “una cultura favorevole, e non ostile, alla famiglia e alla vita”. Si tratta anche di chiedere “alle pubbliche istituzioni una politica coerente ed organica che riconosca alla famiglia quel ruolo centrale che essa svolge nella società, in particolare per la generazione ed educazione dei figli: di una tale politica l’Italia ha grande e urgente bisogno”. “Forte e costante – ha proseguito Benedettto XVI – deve essere ugualmente il nostro impegno per la dignità e la tutela della vita umana in ogni momento e condizione, dal concepimento e dalla fase embrionale alle situazioni di malattia e di sofferenza e fino alla morte naturale”. “Né possiamo chiudere gli occhi e trattenere la voce – ha aggiunto – di fronte alle povertà, ai disagi e alle ingiustizie sociali che affliggono tanta parte dell’umanità e che richiedono il generoso impegno di tutti”.

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