Vita Chiesa

BENEDETTO XVI AI VESCOVI DEL BANGLADESH: PREPARARE I GIOVANI ALLA SCELTA DEL MATRIMONIO

“Integrità personale” e “santità di vita”: sono queste le “componenti essenziali della testimonianza di un vescovo”, chiamato ad essere “paziente, mite e gentile nello spirito delle beatitudini”, a partire dalla sua “integrità evangelica”. A tracciare l’identikit è stato il Papa, ricevendo oggi in udienza i vescovi del Bangladesh in occasione della loro “visita ad limina”. Soffermandosi poi sull’importanza del ruolo dei catechisti laici “nella preparazione ai sacramenti”, Benedetto XVI ha definito “sempre più importante” il compito di “preparare i giovani uomini e le giovani donne a riconoscere il sacramento del matrimonio come un’alleanza di amore fedele per la vita e come percorso di santità”. Ribadendo la sua “preoccupazione riguardo alle difficoltà per gli uomini e le donne di oggi nell’assumere impegni che durino per la vita”, il Papa ha affermato che “c’è un urgente bisogno da parte di tutti i cristiani di riaffermare la gioia del dono totale di sé in risposta all’appello radicale dello Spirito”. Un “chiaro segno di questo impegno” il Santo Padre lo ha individuato nelle “molte vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata” che giungono della Chiesa del Bangladesh. “La Chiesa è cattolica”, cioè “una comunità che abbraccia popoli di tutte le razze e linguaggi, e non è limitata ad alcuna cultura o particolare sistema sociale, economico o politico”, perché “è al servizio dell’intera famiglia umana, condividendo liberamente i suoi doni per il benessere di tutti”. A ribadirlo è stato oggi il Papa, che ricevendo in udienza i vescovi del Bangladesh si è soffermato sul ruolo della Chiesa nel promuovere “tolleranza, moderazione e comprensione” nella società, in quanto fonte di “stabilità, mutuo rispetto ed armonia sociale”. ”Tutti gli uomini e le donne hanno il dovere di cercare la verità”, ha poi ammonito Benedetto XVI segnalando le “iniziative” prese dalla Chiesa del Bangladesh in favore del dialogo interreligioso, “condotto in uno spirito di mutua comprensione e collaborazione nella verità e nella libertà”. “Il dialogo – ha aggiunto – basato sul mutuo rispetto e sulla verità – non può non avere un’influenza positiva sul clima sociale del nostro paese”. Un compito, questo, la cui “delicatezza” richiede “la preparazione del clero e dei laici”, per offrire loro “una più profonda conoscenza della loro fede e quindi aiutarli a crescere nella loro comprensione dell’Islam, dell’induismo, del buddismo e delle altre religioni presenti nella vostra regione”.Sir