Continuate ad essere giornali della gente, che cercano di favorire un dialogo autentico tra le varie componenti sociali, palestre di confronto e di dibattito leale fra opinioni diverse. E’ questa la missione che il Papa ha consegnato ai direttori e ai collaboratori delle 188 testate giornalistiche cattoliche riunite nella Fisc (La Federazione italiana Settimanali cattolici) incontrandoli oggi in Vaticano insieme ai direttori dell’agenzia Sir e del quotidiano Avvenire. Questa ha detto il Papa – è la funzione peculiare dei giornali di ispirazione cattolica: annunciare la Buona Novella attraverso il racconto dei fatti concreti che vivono le comunità cristiane e delle situazioni reali in cui sono inserite. Come una piccola quantità di lievito, mescolato con la farina, fa fermentare tutto l’impasto, così la Chiesa, presente nella società, fa crescere e maturare ciò che vi è di vero, di buono e di bello; e voi avete il compito di dare conto di questa presenza, che promuove e fortifica ciò che è autenticamente umano e che porta all’uomo d’oggi il messaggio di verità e di speranza del Signore Gesù. Il Papa ha quindi offerto una articolata analisi sul modo di intendere la verità nell’attuale cotesto di post-modernità.La cultura dominante ha detto -, quella più diffusa nell’areopago mediatico, si pone, nei confronti della verità, con un atteggiamento scettico e relativista, considerandola alla stregua delle semplici opinioni e ritenendo, di conseguenza, compossibili e legittime molte verità’. Da qui il compito dei media cattolici. Gli organi di informazione ha detto Benedetto XVI – sono chiamati a servire con coraggio la verità, per aiutare l’opinione pubblica a guardare e a leggere la realtà da un punto di vista evangelico. Si tratta di presentare le ragioni della fede, che, in quanto tali, vanno al di là di qualsiasi visione ideologica e hanno pieno diritto di cittadinanza nel dibattito pubblico. Da questa esigenza nasce il vostro impegno costante a dare voce ad un punto di vista che rispecchi il pensiero cattolico in tutte le questioni etiche e sociali. Il Papa ha terminato il suo discorso apprezzando la diffusione capillare delle testate riunite nella Fisc. Ed ha detto: Questa diffusione passa attraverso il mezzo della carta stampata, che, proprio per la sua semplicità, continua ad essere efficace cassa di risonanza di quanto avviene all’interno delle diverse realtà diocesane. Vi esorto perciò a proseguire nel vostro servizio di informazione sulle vicende che segnano il cammino delle comunità, sul loro vissuto quotidiano, sulle tante iniziative caritative e benefiche che esse promuovono.L’udienza si è conclusa con un ricordo commosso di mons. Franco Peradotto. Nel congedarmi da voi ha detto il Papa -, vorrei assicurarvi il mio ricordo in suffragio del compianto Mons. Franco Peradotto, recentemente scomparso, primo presidente della Federazione dei Settimanali Cattolici Italiani e a lungo direttore della Voce del Popolo di Torino. Mons. Franco Peradotto, morto lo scorso 1 novembre, era nato a Cuorgnè il 15 gennaio 1928. Prete dal 1951 e giornalista professionista fin dagli anni 60, ha lavorato per il quotidiano cattolico «L’Italia» (confluito nel 1968 in «Avvenire»); dal 1968 al 1996 è stato direttore del settimanale diocesano di Torino La voce del popolo. E’ tra i fondatori e primo presidente della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici, che attualmente raggruppa 188 testate con 1,2 milioni di copie diffuse) e ha dato voce all’informazione locale sul territorio, negli anni cruciali dell’applicazione del Concilio Vaticano II e poi nelle difficili stagioni della contestazione e del terrorismo. Nel 2003 è stato insignito del premio Torinese dell’anno e nel 2006 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Torino. (Sir)