Il sacerdote non è un amministratore ma un uomo scelto da Dio per imitare Cristo, che sa come Lui essere umile, amare l’umanità, avere sensibilità per i poveri, sostenere con coraggio la Chiesa là dove essa è minacciata. Con una lectio divina ispirata dal capitolo 20 degli Atti degli apostoli riferisce la Radio Vaticana sul proprio sito (www.radiovaticana.org) Benedetto XVI si è intrattenuto stamattina con i sacerdoti della diocesi di Roma, guidati dal cardinale vicario Agostino Vallini, nell’incontro annuale svoltosi all’inizio del tempo quaresimale. Il sacerdote, ha affermato il Papa, anzitutto non è un padrone della fede: Prete non si è a tempo solo parziale; si è sempre, con tutta l’anima, con tutto il nostro cuore. Questo essere con Cristo ed essere ambasciatore di Cristo, questo essere per gli altri è una missione che penetra il nostro essere e deve sempre più penetrare nella totalità del nostro essere. Il servizio, ha proseguito Benedetto XVI, chiama l’umiltà. Che non è esibizione di falsa modestia ma amore per la volontà di Dio, che proprio grazie all’umiltà del servitore può essere annunciata nella sua integrità, senza condizionamenti o preferenze, e senza creare l’idea che il cristianesimo sia un pacchetto immenso di cose da imparare. Benedetto XVI, riferisce la Radio Vaticana, si è poi soffermato sul tema della conversione del cuore. Non perdiamo lo zelo, la gioia di essere chiamati dal Signore (…) ha raccomandato il Papa lasciamoci rinnovare la nostra gioventù spirituale (…) la gioia di poter andare con Cristo fino alla fine, di condurre a termine la corsa’ sempre nell’entusiasmo di essere chiamati da Cristo per questo grande servizio. Il Pontefice ha quindi ricordato che solo Dio può farci sacerdoti, solo Dio può scegliere i suoi sacerdoti e se siamo scelti, siamo scelti da Lui. Qui appare chiaramente il carattere sacramentale del presbiterato e del sacerdozio, che non è una professione che dev’essere fatta perché qualcuno deve amministrare tutte le cose (…). È un’elezione dallo Spirito Santo. Il sacerdote, ha ribadito, è chiamato a vegliare e a pregare intensamente: Vegliate su voi stessi’: siamo attenti anche alla nostra vita spirituale, al nostro essere con Cristo (…) pregare e meditare la Parola di Dio non è tempo perso per la cura delle anime, ma è condizione perché possiamo essere realmente in contatto con il Signore e così parlare di prima mano dal Signore agli altri. La Chiesa è minacciata e lo sarà sempre, ha detto il Papa. Ma questa consapevolezza, riferisce la Radio Vaticana, non deve mai far dimenticare altre e immodificabili realtà: La verità è più forte della menzogna, l’amore è più forte dell’odio, Dio è più forte di tutte le forze avverse (…) a Dio. E con questa gioia, con questa certezza interiore prendiamo la nostra strada (…) nelle consolazioni di Dio e nelle persecuzioni del mondo. Nell’indirizzo di saluto a Benedetto XVI, il card. Vallini aveva definito la lectio divina l’ideale conclusione del recente pellegrinaggio a Cipro dei sacerdoti romani, quindi ringraziando il Pontefice per il suo nuovo libro su Gesù ha definito il volume un buon compagno per la Quaresima. Il cardinale ha anche ricordato che il prossimo 29 giugno ricorre il 60° di sacerdozio del Papa e ha sottolineato le qualità sacerdotali di Benedetto XVI più apprezzate dal clero: La fedeltà, umile e gioiosa, senza incrinature, al Signore Gesù; la disponibilità totale a servire la Chiesa; l’amore alla Parola di Dio e alla Liturgia e alla gioia di vivere il tempo secondo il ritmo dell’Anno Liturgico; l’esercizio dell’intelligenza e la passione per la ricerca della verità da proporre e difendere senza compromessi; la dolcezza del tratto e la magnanimità del cuore; la serenità dell’anima interamente donata a Cristo.Sir