Siate persone pronte a spendersi per gli altri, disposte anche a soffrire per il bene e la giustizia: è l’invito rivolto stamani in Vaticano da Benedetto XVI a circa 7 mila giovani volontari del Servizio civile nazionale italiano. Il Papa ha espresso il suo grande apprezzamento per l’opera svolta dai giovani volontari del Servizio civile. Si tratta di una missione al servizio di quella pace che non può mai dirsi stabilmente raggiunta, ma è da costruirsi continuamente. Purtroppo infatti, ha affermato il Pontefice guerre e violenze non cessano mai, e la ricerca della pace è sempre faticosa. Benedetto XVI sulla scia del Concilio Vaticano II ha denunciato con forza la corsa agli armamenti perché non è la via sicura per conservare saldamente la pace. Anzi, la corsa al riarmo è una delle piaghe più gravi dell’umanità e danneggia in modo intollerabile i poveri. Perché possa essere rimosso questo scandalo ha aggiunto è necessario partire dalla riforma degli spiriti, perché oggi come allora l’autentica conversione dei cuori rappresenta la via giusta, la sola che possa condurre ciascuno di noi e l’intera umanità all’auspicata pace. È la via indicata da Gesù – ha proseguito il Papa -: Lui che è il Re dell’universo non è venuto a portare la pace nel mondo con un esercito, ma attraverso il rifiuto della violenza. Lo disse esplicitamente a Pietro, nell’orto degli Ulivi: Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno (Mt 26,52).È la via che hanno seguito e seguono non solo i discepoli di Cristo ha proseguito il Papa – ma tanti uomini e donne di buona volontà, testimoni coraggiosi della forza della non violenza. E sempre sulla scorta del Concilio ha aggiunto: Noi non possiamo non lodare coloro che, rinunciando alla violenza nella rivendicazione dei loro diritti, ricorrono a quei mezzi di difesa che sono, del resto, alla portata anche dei più deboli, purché ciò si possa fare senza pregiudizio dei diritti e dei doveri degli altri o della comunità (n. 78). A questa categoria di operatori di pace appartenete anche voi, cari giovani amici. Siate, dunque, sempre e dappertutto strumenti di pace, rigettando con decisione l’egoismo e l’ingiustizia, l’indifferenza e l’odio, per costruire e diffondere con pazienza e perseveranza la giustizia, l’uguaglianza, la libertà, la riconciliazione, l’accoglienza, il perdono in ogni comunità.Il Papa citando il suo ultimo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace ha poi invitato ad allargare il cuore verso le necessità dei poveri perché combattere la povertà è costruire la pace. E’ quello che fanno i giovani del Servizio civile impegnati spesso con la Caritas ed in altre strutture sociali, vicini ai problemi della gente attraverso una concreta solidarietà. Benedetto XVI ha così ricordato le parole di Gesù: Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. In queste parole c’è una verità non solo cristiana, bensì universalmente umana: la vita è un mistero d’amore, che tanto più ci appartiene quanto più la doniamo. Anzi, quanto più ci doniamo, cioè facciamo dono di noi stessi, del nostro tempo, delle nostre risorse e qualità per il bene degli altri.Secondo quanto diceva San Francesco d’Assisi: è dando che si riceve, perdonando che si è perdonati, morendo che si risuscita a vita eterna: Cari amici – ha concluso Benedetto XVO – , sia sempre questa la logica della vostra vita Siate persone pronte a spendersi per gli altri, disposte anche a soffrire per il bene e la giustizia. (Fonte: Radio Vaticana)