Vita Chiesa
BENEDETTO XVI: AI GIORNALISTI, GRAZIE PER IL VOSTRO SERVIZIO ALLA CHIESA
“Questi eventi ecclesiali di storica importanza – ha aggiunto – hanno avuto anche per vostro merito una copertura mondiale. So bene quanta fatica ciò ha comportato per voi, costretti a restare lontani dalla famiglia e dalle vostre case, lavorando con orari prolungati e in condizioni non sempre agevoli. Mi sono note la competenza e la dedizione con cui avete svolto questo non facile compito. Di tutto vorrei ringraziarvi a nome mio personale e specialmente dei cattolici che, vivendo in Paesi assai distanti da Roma, hanno potuto condividere questi momenti emozionanti di fede in tempo reale. Prodigi e straordinarie potenzialità dei mezzi moderni di comunicazione sociale! Al promettente sviluppo di questi strumenti guardava già il Concilio Vaticano II. Ad essi, infatti, i Padri Conciliari vollero dedicare il primo dei loro documenti in cui si afferma che tali mezzi ‘per loro natura sono in grado di raggiungere e muovere non solo i singoli uomini, ma le stesse moltitudini e l’intera umanità’ (Inter mirifica, 1). Dal 4 dicembre 1963,quando venne promulgato, il Decreto Inter mirifica ad oggi l’umanità ha conosciuto ed è tuttora testimone di una straordinaria rivoluzione mediatica, che ha investito ogni aspetto e ambito dell’umana esistenza”.
Benedetto XVI, rivolgendosi ancora ai giornalisti, ha voluto ricordare le doti comunicative del suo predecessore: “La Chiesa, specialmente a partire dal Concilio Vaticano II, ha cercato la collaborazione con il mondo della comunicazione sociale. Grande artefice di questo dialogo aperto e sincero è stato senz’altro anche Giovanni Paolo II che con voi, operatori delle comunicazioni sociali, ha intrattenuto in oltre 26 anni di Pontificato costanti e fecondi rapporti. Ed è proprio ai responsabili delle comunicazioni sociali che egli ha voluto dedicare uno dei suoi ultimi documenti, la Lettera Apostolica dello scorso 24 gennaio nella quale ricorda che ‘la nostra è un’epoca di comunicazione globale, dove tanti momenti dell’esistenza umana si snodano attraverso processi mediatici, o perlomeno con essi devono confrontarsi’ (Il rapido sviluppo, 3). È mio desiderio proseguire questo fruttuoso dialogo, e condivido, in proposito, quanto ha osservato Giovanni Paolo II che cioè ‘il fenomeno attuale delle comunicazioni sociali spinge la Chiesa ad una sorta di revisione pastorale e culturale così da essere in grado da affrontare in modo adeguato il passaggio epocale che stiamo vivendo'”.