Vita Chiesa

BENEDETTO XVI AD AMBASCIATORE SIRIA: RAFFORZARE UNITA’ FONDATA SU GIUSTIZIA

“Un esempio di tolleranza, di convivenza e di relazioni armoniose tra cristiani e musulmani. Spero che questa amicizia fra tutte le componenti culturali e religiose della nazione continui a svilupparsi, rafforzando anche l’unità fondata sulla giustizia e la solidarietà”. Così Benedetto XVI ha parlato oggi della Siria, ricevendone in udienza il nuovo ambasciatore plenipotenziario, Hussam Edin Aala, per la presentazione delle lettere credenziali. “Una tale unità – ha avvertito il Pontefice – può essere costruita in modo sostenibile nel riconoscimento della centralità e della dignità della persona umana”. Di conseguenza, “è di vitale importanza privilegiare il bene comune, evitando gli interessi personali o di parte. Inoltre, il percorso di ascolto, di dialogo e di cooperazione deve essere riconosciuto quale mezzo mediante il quale le varie componenti della società possono confrontare il proprio punto di vista e costruire un consenso attorno alla verità riguardante valori o scopi specifici”. In questa prospettiva, ha aggiunto il Papa, gli eventi che si stanno verificando in alcuni Paesi del Mediterraneo, tra cui la Siria, “hanno dimostrato un desiderio per un futuro migliore nel campo dell’economia, della giustizia, della libertà e della partecipazione alla vita pubblica. Fatti che dimostrano, inoltre, l’urgente necessità di vere riforme in campo politico, economico e sociale”. Per Benedetto XVI “è altamente auspicabile che questi cambiamenti non si realizzano in termini di intolleranza, di discriminazione e di conflitto, ed ancora meno di violenza, ma in termini di rispetto assoluto della verità, della coesistenza, dei diritti legittimi delle persone e comunità, e la riconciliazione. Principi che devono guidare le Autorità, tenendo conto delle aspirazioni della società civile e delle insistenze internazionali”. Nel suo discorso il Pontefice ha, poi, ricordato, “il ruolo positivo dei cristiani” in Siria, “che, come cittadini, sono impegnati nella costruzione di una società dove tutti devono trovare il loro posto” e ribadito l’urgenza di trovare “una soluzione per far avanzare la pace nella regione”. Soluzione che “non deve ledere gli interessi delle parti coinvolte” ma “essere il risultato di un compromesso e non di decisioni unilaterali imposte con la forza. Consapevoli della sofferenza di tutti i popoli, dobbiamo procedere con un approccio globale che non escluda deliberatamente nessuno dalla ricerca di una soluzione negoziata che tenga conto delle aspirazioni e degli interessi legittimi dei diversi popoli coinvolti”.Sir